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Lidi comacchiesi

Porto Garibaldi, via la plastica che inquina il mare: recuperate 14 tonnellate in 6 mesi

Katia Romagnoli
Porto Garibaldi, via la plastica che inquina il mare: recuperate 14 tonnellate in 6 mesi

Presentati i risultati del progetto che unisce l’attività dei pescatori e Legambiente. Dopo la cattura in acqua, i rifiuti vengono pesati, separati e poi destinati al riciclo

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Porto Garibaldi Obiettivo economia circolare a portata di mano con il progetto Fishing for litter, alla quarta edizione, oggetto ieri di una tavola rotonda promossa da Legambiente al mercato ittico di Porto Garibaldi.

Sono oltre 14 tonnellate i rifiuti recuperati da gennaio a luglio 2022 nella banchina del portocanale dai volontari del circolo Legambiente Delta del Po, grazie alla collaborazione di 46 pescherecci della cooperativa Piccola e Grande Pesca e di 17 imbarcazioni dedite all’allevamento di mitili, socie della cooperativa Tecnopesca. Tra le circa 40mila unità di rifiuti raccolti, calze plastiche usate dai cozzari (83% dei rifiuti complessivi recuperati), ma anche vecchie apparecchiature elettroniche e «bottiglie, contenitori vari e mattonelle in carbone, utilizzate per far funzionare vecchie locomotive – ha spiegato Andrea Mantovani di Legambiente – e questo ci lascia capire da chissà quanto tempo fossero presenti nei fondali marini».

Sono sei i volontari che, dopo ogni battuta di pesca, hanno preso in carico i rifiuti pescati in mare, li hanno pesati, separati e destinati al riciclo. «Attraverso questo progetto sperimentale – ha dichiarato Marino Rizzati, presidente del circolo ambientalista locale – siamo riusciti a bypassare la norma secondo cui i pescatori devono pagare i rifiuti pescati in mare. Con la collaborazione della Capitaneria di Porto e degli enti coinvolti nel progetto, abbiamo raggiunto grossi risultati e ora la legge Salvamare, per l’approvazione della quale ci siamo spesi attraverso tutti i canali istituzionali, ci dà una mano ulteriore. La legge inquadra i pescatori come figure virtuose, mentre prima erano ritenuti pirati».

Rizzati ha lanciato una proposta all’assessore all’ambiente Antonio Cardi, suggerendo una forma di premiazione ai pescatori e agli imprenditori del mercato ittico per qualificare al meglio il loro operato e, con esso, il pescato. Le buone prassi attuate attraverso un lavoro di squadra inducono a guardare in prospettiva futura, a un porto inteso come «elemento di valorizzazione del territorio» e grazie alla legge Salvamare si possono intercettare finanziamenti in grado di produrre risultati importanti per la sua corretta e ordinata gestione.

Era presente anche Alfredo Amman, direttore generale di Clara, il quale ha sottolineato che «l’attività di pesca è un processo produttivo, che va tutelata e preservata, vanno coinvolti i consorzi di filiera che producono le calze. Inoltre, va creato un patto sociale e per questo Clara può essere un partner attivo». Alida Padovani, consigliera di Clara, ha puntato l’accento sul coinvolgimento delle scuole, offrendo l’assist a Christian Pappi, presidente della cooperativa Tecnopesca, il quale ha precisato che «i risultati relativi al prodotto conferito vanno sempre meglio, grazie ad un cambio generazionale. Noi spingiamo e sensibilizziamo». Ariberto Felletti, presidente della cooperativa Piccola e Grande Pesca, ha rinnovato la volontà dei pescatori di proseguire la sinergia, aprendo poi un focus sulla problematica degli oli esausti. «Sono anni che vanno avanti le promesse e adesso la Capitaneria ci ha chiesto di metterci in regola – ha evidenziato Felletti –. Ma il Comune deve individuare un’area per risolvere una volta per tutte questo problema. Diano la chiave di accesso a noi presidenti e ci assumeremo le nostre responsabilità nei confronti dei soci. Più volte ho chiesto di installare telecamere, perché ci sono friggitorie e turisti che vengono qui a depositare le latte degli oli usati. Non si punti sempre il dito contro i pescatori».

Michele Mistri, docente Unife, ha illustrato i risultati ottenuti grazie ad un progetto e a Goro: una decina le tonnellate di rifiuti raccolti. l

Katia Romagnoli

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