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L’intervista

Ferrara, Bratti: «Il mio lavoro con Unife per i progetti sul polo chimico»

Gian Pietro Zerbini
Ferrara, Bratti: «Il mio lavoro con Unife per i progetti sul polo chimico»

Il piano: bonifica e riciclo plastica per lo sviluppo sostenibile

15 agosto 2022
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Ferrara Alessandro Bratti, in procinto di assumere a giorni un nuovo incarico tecnico nazionale, è impegnato in un ruolo di salvaguardia ambientale anche su Ferrara.

Bratti, meno politica e più ambiente dopo le dimissioni da parlamentare...

«Sono tornato universitario, ho mantenuto la carica di vicepresidente dell’agenzia europea per l’ambiente e ricercatore associato al Cnr, e faccio parte di comitati scientifici in fiere importanti. Con tutti questi incarichi a carattere ambientale, direi che un terzo giro in Parlamento non se ne parla. Mi sono dimesso dalla Camera nel 2017 per andare a dirigere l’Ispra, istituto per la protezione e la ricerca ambientale. Una scelta ben precisa, avendo lavorato quasi dieci anni per la costituzione di un sistema di protezione ambientale nel Paese in qualità di deputato, l’opportunità di poter realizzare una legge ad hoc è una sfida importante. Quattro anni all’Ispra come primo mandato sono stati impegnativi ma ricchi di soddisfazione e poi da quest’anno, sono tornato a Unife, in veste di ricercatore».

Su cosa sta lavorando ?

«A Unife è stato commissionato uno studio sullo sviluppo del polo chimico di Ferrara e con Alberto Cavazzini, direttore del dipartimento, abbiamo depositato una proposta che è al vaglio e verrà finanziata a livello regionale. Tiene conto anche di quel tavolo che a livello comunale e provinciale è stato realizzato, dove sono uscite proposte per l’efficientamento del polo: dal fotovoltaico al risparmio dell’acqua. Noi abbiamo anche delineato uno sviluppo a medio e lungo termine con un grande interrogativo che riguarda la conclusione della vertenza Basell-Eni. È fondamentale per il futuro di questo polo. I filoni più interessanti nel contesto attuale per una città come Ferrara e per il suo polo chimico sono il tema della plastica, con tutto quello che ne concerne dal punto di vista innovativo dal recupero al riciclo in virtù delle tecnologie che sono state sviluppare soprattutto in ambito Basell e Ferrara ha tutte le carte in regola per puntare su questo. Altro grande tema che è stato affrontato riguarda le tecnologie di bonifica, molto discusso anche in passato con le bonifiche del polo chimico, sia per il pentagono Donegani sia il pezzo dell’ex Solvay. Tra l’altro a Ferrara è stata fatta la prima bonifica in Italia con la nuova normativa, che ha comportato lo smantellare del compressore del Cvm. Per questo è importante il legame tra Università, la Fiera con Remtech e le aziende del polo».

Ambiente, cosa si può fare di più e meglio?

«Negli ultimi anni si è parlato molto del tema ambientale e dell’occasione per attivare un nuovo tipo di sviluppo sostenibile, dalle rinnovabili all’economia circolare. Credo che si sia abbassata la guardia su tutto ciò che è protezione dell’ambiente. C’è stato un allentamento sul versante controlli e poche iniziative di tutela della biodiversità. Carenze soprattutto messe in evidenza da questo periodo caratterizzato dalla siccità, c’è una grandissimo ritardo sulla realizzazione di opere e di interventi che riguardano il tema dell’adattamento climatico. Non solo c’è un tema di infrastrutture preposte per trattenere l’acqua, quando ce ne è per poi utilizzarla quando manca, ma anche strutture che abbiano in qualche modo il potere di regolare i flussi di acqua quando scarseggia. In questa fase di siccità chi ha pagato più di tutti è stato il Polesine e il Delta. Il tema del cuneo salino diventa molto importante, c’è il rischio di un inquinamento di sale nelle falde e se questo succede, sono gravi danni ai terreni del Delta, ricchi di eccellenze ortofrutticole. La desertificazione porta alla migrazione delle popolazioni, all’interno della stessa Italia, con il rischio di aree che possono venire abbandonate, uno scenario non affatto futurista e catastrofico, sui cui riflette e iniziare ad arginare».

Qualcuno parla di una sua possibile candidatura a sindaco alle prossime elezioni comunale, è pronto a sfidare Fabbri e le destre?

«Sono lusingato di questo interesse sulla mia persona, ma ritengo che si possa fare politica partecipando anche in ruoli tecnici, con competenze da mettere a disposizione in modo da contribuire al miglioramento della società. A differenza di tanti politici che dicono una cosa e poi ne fanno un’altra, io non mi sbilancio. Oggi sono impegnato in un certo tipo di ragionamento e guardo con attenzione alle proposte che la politica fa sui temi in cui mi occupo. Trovo fuori luogo il ragionamento sul nucleare proposto da certe forze politiche. Da qui al 2024 c’è ancora tempo, tutto può succedere, al momento però sono in procinto di passare a un nuovo incarico di carattere tecnico e non politico».

Da uomo di sporte ferrarese come vede la Spal?

«Sono legato alla città per due grande passioni ludiche: il gioco del trionfo e la Spal. Credo che la squadra ci riserverà delle belle soddisfazioni». l

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