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Il lutto

Rovereto piange il papà: «Questa è una vera tragedia»

Annarita Bova
Rovereto piange il papà: «Questa è una vera tragedia»

Pasquale Marino, 44 anni, aveva due figli ancora piccoli

15 agosto 2022
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Rovereto Il sole cocente avvolge a mezzogiorno la palazzina in via Lorenzini a Rovereto. I carabinieri escono dal portone, vanno via e dopo qualche minuto dai giardini spuntano una bambina e un ragazzino assieme ad altri coetanei. Sono i figli di Pasquale Marino, l’autotrasportatore morto sabato nel tardo pomeriggio in un incidente stradale. Con loro la migliore amica di Erika, moglie della vittima. «Hanno passato qualche ora con me - dice con un filo di voce la donna -. Li ho portati via perché non è il caso che sentano. Adesso scusate, ma dobbiamo andare da lei. Sì, è una tragedia». «Sono sconvolta - il commento del sindaco Elena Rossi -. Li conosco bene, abitiamo nella stessa frazione e il figlio Armando è stato mio alunno. Un bambino squisito, buono, educato».

Marino era molto conosciuto nella frazione e all’indomani della tragedia che si è consumata sul ponte Scalabrina, si rincorrono tanti interrogativi. Se il guardrail che, parzialmente avvolge le sponde del ponte, nel punto in cui si incrociano le due strade provinciali 1 e 68, fosse stato più esteso, molto probabilmente avrebbe evitato o contenuto le conseguenze devastanti dello schianto dell’utilitaria, guidata da Marino, contro la sponda opposta del canale. Lungo lo stradello erboso, che attraversa parallelamente il canale, sono ancora visibili i segni delle ruote dell’autovettura piombata nel canale dopo averlo attraversato longitudinalmente, sino al devastante impatto, che ha provocato la morte del conducente, nel giorno del suo 44esimo compleanno. Marco Cattabriga e la moglie Orietta, residenti all’altezza del ponte Scalabrina, allarmati dal numero di incidenti, ai quali sono stati costretti ad assistere, invocano «un intervento urgente e risolutivo dell’amministrazione provinciale, per segnalare – riferisce la coppia -, l’alta pericolosità dell’incrocio. Più di una volta ci è capitato di vedere persone alla guida provenire dalla provinciale 1 verso Dogato che, non rendendosi conto di essere arrivati su un incrocio, proseguivano la marcia, rischiando di finire nel canale o di essere travolti da automobili che arrivavano dall’altra provinciale, la 68. Non ci sono neppure lampioni della pubblica illuminazione – proseguono i due coniugi -; la zona di notte o con la nebbia è completamente al buio. Non vogliamo più vedere morti e tragedie come quella di ieri».

Raggiunto telefonicamente, il presidente della provincia Gianni Michele Padovani, ha voluto innanzitutto stringersi «al dolore della famiglia, colpita da un lutto improvviso», ma ha anche assicurato «tutte le verifiche del caso, presso l’ufficio tecnico della provincia, già da martedì (ossia subito dopo la pausa ferragostana)». L’incrocio richiede non solo una adeguata segnalazione luminosa, ma anche un rinforzo della segnaletica verticale ed orizzontale, con indicazioni di pericolo. Pasquale Marino, che aveva compiuto 44 anni proprio nel giorno della tragedia, potrebbe essere stato abbagliato dal sole accecante del tramonto o colto da malore alla guida, perché risulta che non si sia fermato sulla linea di arresto dello stop, situato nel punto in cui le due strade provinciali, 1 e 68, si intersecano. Si attendono riscontri dalle indagini dei carabinieri della stazione di Ostellato e dagli esami autoptici sul corpo del 44enne, originario di Policoro, trasportato, subito dopo la tragedia, all’istituto di Medicina Legale di Ferrara. l

Annarita Bova
e Katia Romagnoli

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