Ferrara, aggressioni sul treno: «Accesso ai binari solo a chi ha il biglietto»
La Fit Cisl: è una moda picchiare i capotreno
Ferrara L’ultimo episodio è avvenuto l’altro ieri in stazione, a Viserba (Rimini). Il capotreno ha chiesto a un viaggiatore di mostrare il biglietto, l’altro non l’aveva e l’ha colpito dopo aver riconosciuto il dipendente di Trenitalia, lo stesso che lo aveva denunciato a suo tempo per un altro fatto avvenuto sul treno. Tra i casi precedenti qualcuno è noto (recentemente una doppia aggressione a una capotreno e ad un macchinista a Poggio Rusco), tanti altri restano confinati in un ambito più privato, noto alle persone presenti sulla carrozza del treno in quel momento e a chi ascolta poi il racconto al bar o nelle conversazioni fra amici. «Nessuna delle linee che attraversano Ferrara è libera da questo problema – spiega Aldo Cosenza, segretario generale della Fit-Cisl dell’Emilia Romagna – sono casi all’ordine del giorno: insulti e aggressioni anche fisiche. I motivi sono sostanzialmente due: ci sono persone che non vogliono indossare la mascherina sul vagone (Ffp2 obbligatoria fino al 30 settembre, ndr) e se vengono invitate a farlo hanno reazioni anche violente, l’altra ragione è il non possesso del biglietto. Ormai è un’emergenza che viene decisamente sottovalutata, non si può accettare che persone che compiono il loro dovere e cercano di far rispettare le regole rischino l’incolumità».
Gli operatori lo dicono e lo ripetono mostrando tutto il loro sconforto per un fenomeno in crescita e contro il quale non sono disponibili soluzioni facili per le imprese che gestiscono le tratte ferroviarie: «È diventata quasi una moda, qui come nel resto d’Italia: nessuno vuol rispettare le regole e se ti opponi ti picchiano».
A farne le spese, aggiunge Cosenza, è anche la front line, la biglietteria: «Gli atti aggressivi o di violenza non si fermano nemmeno davanti al vetro di chi stampa il titolo di viaggio». Le scene che hanno come protagonisti viaggiatori che rifiutano le mascherine si susseguono con allarmante regolarità: «Se chi viaggia rifiuta di indossarla può essere invitato a scendere, se si oppone si può fare intervenire la Polizia ferroviaria che consegna una mascherina al passeggero e se questi non vuole usarla allora viene nuovamente invitato a scendere dalla carrozza», ricorda la procedura Cosenza. I pendolari raccontano che, per evitare soste che possono prolungarsi anche diversi minuti tra inviti a scendere e rifiuti, qualche capotreno si limita a comunicare che la mascherina è obbligatoria e prosegue i controlli, poi ritorna, ma nel frattempo il viaggiatore riluttante si è spostato in un’altra carrozza. Recentemente un passeggero ha ripetuto allo stesso capotreno, per due volte in due momenti diversi, che stava aspettando la mascherina dalla fidanzata che non era tornata dalla toilette. «Bisogna stabilire che non solo nelle grandi città, ma anche in quelle medie o più piccole, chi non ha il biglietto non deve poter accedere ai binari – conclude Cosenza – Questo investimento tutelerebbe il personale e imporrebbe di per sè il rispetto delle regole. Lo ribadiamo da tempo, inascolati». l
Gi.Ca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA