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La “Cittadella” delle erbacce: «Monumento del nostro sport»

La “Cittadella” delle erbacce: «Monumento del nostro sport»

L’ex ct Berruto al cantiere fermo del Motovelodromo coi consiglieri del  Pd, dopo lo stop al progetto della Cittadella dello sport

07 settembre 2022
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Ferrara Lo sport va sostenuto anche solo perché «è provato scientificamente che fa risparmiare in termini di spese per la salute, altroché la Lega che vuole tagliare la sanità per finanziare lo sport». Mauro Berruto, ex commissario tecnico della Nazionale di volley e candidato a Torino, impegnato in un tour come responsabile nazionale Pd di settore, anche nella tappa di ieri a Ferrara non ha potuto non tornare sulla polemica con il suo ex giocatore Luigi Mastrangelo, che in qualità di responsabile leghista di settore ha appunto formulato la proposta “in sottrazione”. Per Berruto lo sport va finanziato «con un ecosistema di agevolazioni fiscali per favorire gli investimenti privati, mentre oggi il peso ricade sulle famiglie».

Lo scenario scelto dai dem per l’incontro riporta però ai temi locali, visto che lo scontro con l’amministrazione leghista è rovente proprio sulla gestione d’impianti: è il Motovelodromo pieno d’erbacce da cantiere abbandonato, visto lo stop al progetto Cittadella dello sport. «Questo è uno dei monumenti più significativi alla condizione del nostro sport» è la sconsolata considerazione dell’ex ct. A rincarare la dose ci ha pensato Simone Merli, che da assessore allo Sport dell’ultima giunta Tagliani aveva «sistemato la pista, nel 2018, lasciando un progetto già finanziato per l’intera Cittadella: 1,5 milioni, metà dei quali dalla Regione. Dopo oltre tre anni la ditta ha lasciato, ci sarà da mettere in conto un pesante incremento dei costi e nel frattempo i soggetti sportivi sono a disagio per le condizioni in cui operano. È stato Andrea Zappaterra, il nostro responsabile sportivo, a suggerire di tenere almeno aperto il cancello tra tennis club e campo scuola, per mette in comune i servizi. Perlomeno si tagli l’erba».

Ma il caso-Cittadella è solo una pagina del cahiers de doléance Pd sull’impiantistica sportiva. «Il tema per noi non è secondario a quello dei concerti, anche se non finisce sempre in prima pagina» è l’incipit del segretario comunale Alessandro Talmelli. Sotto i riflettori c’è il bando per la gestione delle palestre, comprese le quattro sottratte alle società storicamente convenzionate, «proprio oggi le società sono in Comune per appianare i conflitti, si è finiti così dopo aver evocato modelli di ogni genere, da Reggio a Milano fino a Ravenna. La verità - è la sottolineatura di Francesco Colaiacovo, capogruppo comunale – è che decine di lavoratori dello sport sono in balia di conflitti d’interesse: l’unica palestra delle quattro ad essere stata riconsegnata, per motivi legati alle ferie, è oggetto di un’interpellanza della maggioranza». Il riferimento è al fatto che Annalena Ziosi (Prima Ferrara) è storica esponente di una delle società in competizione per il Palaboschetto. Anche il Pinqua, progetto da 15 milioni con importanti addentellati sportivi, «è fermo perché attivato senza avere la disponibilità dell’area» aggiunge il capogruppo.

E sempre Merli insiste sul fatto che «il bando riserva gli impianti pubblici ai soli soggetti che praticano sport olimpici o paraolimpici, lasciando fuori le tante attività per anziani o di tipo sociale: non basta una telefonata alla società per dirle di presentare comunque domanda, se le regole sono queste». l

S.C.

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