Bolletta triplicata per i market «Un altro mese così non si regge»
Per due Despar di Ferrara 33mila euro su agosto. “Salta” già una commessa
i Stefano Ciervo
Ferrara La bolletta di agosto è arrivata in questi giorni e ha raggelato il clima all’interno dei due market, che in queste settimane è sul caldino in quanto per risparmiare l’aria condizionata è spenta. Si tratta di 33mila euro di energia elettrica per i due negozi Despar di viale Cavour e via Porta Po. «Tanto per rendere l’idea, siamo passati da 3.500 a 13mila euro in un anno per un negozio, e da 7.500 a 20.800 per un altro, per un solo mese e nonostante le misure che abbiamo messo in atto per risparmiare tutto il possibile» racconta Federica Giraldi, la direttrice di entrambi i punti vendita che danno lavoro a 15 persone. Stiamo quindi parlando di costi triplicati, in termini assoluti più o meno la stessa spesa di luglio, «due mesi così possono anche essere “assorbiti” ma già a ottobre non saremo in grado di fare fronte ad una esborso del genere» avverte la dirigente. Ecco un’indicazione da appuntarsi per i “decisori”: c’è a disposizione meno di un mese per evitare chiusure a catena anche in attività economiche come la grande distribuzione, che non sarebbe nemmeno in prima linea sul fronte energetico.
I due market fanno parte della stessa catena e da tempo hanno attuato delle politiche di risparmio energetico: «Da agosto abbiamo spento tre frigoriferi e spento le luci d’ingresso: è quanto possiamo fare - spiega Giraldi - perché per motivi tecnici non possiamo, ad esempio, togliere la luce a file alterne all’interno dei negozi. Questa soluzione è stata praticabile in piena estate, ma naturalmente man mano che si va avanti con la stagione sarà necessario riaccendere le luci serali in anticipo: già oggi alle 17.30, in ottobre anche prima». E svanirà così anche questa fonte di risparmio.
L’incidenza di una bolletta così elevata sul fatturato di questi negozi è da capogiro: attorno al 30%, calcola la dirigente, «ma bisogna anche considerare che settembre si sta rivelando meno produttivo dell’anno scorso, per una serie di ragioni tra le quali sicuramente la crisi e i rincari dei prezzi». Entro la fine del mese sarà già tempo di dolorose decisioni: «Il 30 settembre scade il contratto di una commessa che andava trasformato in tempo indeterminato e in queste condizioni dovremo lasciarla a casa» anticipa Giraldi. l