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Il futuro di Unife tra investimenti e nuovi progetti

Il futuro di Unife tra investimenti e nuovi progetti

La rettrice: «Più spazi per la didattica»  Lezioni anche a Uci-Cinemas in Darsena

16 settembre 2022
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i Gian Peitro žerbini

Ferrara Laura Ramaciotti da quasi un anno è rettrice dell’Università di Ferrara.

Professoressa, come andiamo? Ha voluto la bicicletta...

«Sì, andiamo bene e stiamo pedalando a ritmo sostenuto».

La didattica sta per partire, si torna al pre covid?

«Stiamo ragionando con i nostri responsabili della sicurezza su come impostare il tema della semplificazione di tutte le misure di sicurezza che devono essere rispettate. Cade il distanziamento di un metro e proprio per questo la mascherina rimane raccomandata».

Ci vorranno nuovi spazi?

«Tutti gli spazi cittadini li stiamo impegnando a partire dalle nostre aule fino a utilizzare la Fiera e anche, questa la novità, le sale di proiezione di Uci Cinemas, in attesa di avere per l’anno prossimo sia il nuovo polo didattico di Cona per Medicina e un’aula di grandi dimensioni in via Machiavelli a Matematica, dove attualmente ci sono i cantieri».

Numero chiuso a Medicina anche quest’anno. A che punto siamo verso una maggiore apertura da più parti auspicata?

«Noi come Unife abbiamo fatto da apripista in Italia e abbiamo sperimentato per primi la possibilità di dare maggiori risposte agli studenti interessati ad iscriversi a questo percorso di laurea. Non dipende dalle singole università ma da previsioni ministeriali, anche perché permangono dei vincoli per altri corsi di studi in termini di rapporto tra docente e studente».

Mi ha colpito una recente frase del nuovo presidente provinciale dell’Ascom, Marco Amelio, che parlando di Unife l’ha definita “tanta roba” per la città. Come vede inserito l’ateneo nel contesto di Ferrara?

«Si sente e si percepisce la responsabilità di essere “tanta roba”. Ritengo che l’Università come il Comune e l’Azienda ospedaliera siano le istituzioni pubbliche principali di riferimento che devono giustificare e rendere conto del loro operato non solo rivolto all’utente, ma anche verso il resto del contesto cittadino e territoriale. Speriamo di dare un contributo fattivo dal punto di vista culturale e sociale, al contesto in cui ci troviamo, collaborando con imprese e con altre istituzioni pubbliche: cito l’esempio del Museo di Storia Naturale con cui abbiamo avviato una collaborazione significativa, basata su reciproche intese, per offrire alla città e al pubblico il proprio patrimonio culturale. Così come tante collaborazioni e rapporti di lunga data con la Camera di commercio, proseguendo con l’ente camerale un solco tracciato quando ero delegata per conto di Unife».

Quali i progetti su cui sta lavorando con la sua squadra?

«Progetti ne abbiamo tanti e in diversi campi a cominciare dal patrimonio architettonico. Intendiamo riammodernare e ampliare molti dei nostri spazi sia come aule che come laboratori. Anche per la realizzazione di uno studentato abbiamo, in collaborazione con il Comune, candidato un progetto per recuperare parte dell’Ippodromo e siamo aperti ad altre future collaborazioni per spazi cittadini da utilizzare per i nostri studenti, che speriamo di concretizzare in tempi rapidi. Abbiamo anche investito sul Cus di via Gramicia, in quanto è un asset importante per il nostro ateneo non solo didattico - perché abbiamo tanti iscritti in laurea in scienze motorie - ma anche come attività sociale, sono infatti in aumento i nostri studenti che si iscrivono alle proposte del Cus. Abbiamo anche una progettualità che stiamo avviando con il sostegno e la collaborazione della Regione sul polo chimico, in una fase di ripensamento in base alle scelte da attuare, in uno studio che vede coinvolti i nostri Cavazzini e Bratti. E poi, come dicevo prima, il polo didattico di Cona e una nuova struttura in via Machiavelli».

C’è poi quel famoso cantiere da 44 milioni di euro - il più consistente tra quelli del cratere del Sisma 2012 - con i palazzi di Via Savonarola, tra cui la sede del rettorato, che non decolla. A che punto siamo? E riuscirà prima della fine del suo mandato nel 2027 a tornare a Palazzo Renata di Francia?

«Auspico di poter fare il passaggio di consegne al mio successore in quella sede. Ora siamo in una fase cruciale e un po’ delicata, ma stiamo sbloccando un passaggio legale da formalizzare, che ci possa mettere nelle condizioni per arrivare ad una soluzione più rapida possibile».

Mi pare che a Unife, grazie anche alla sua elezione, le “baronesse” stiano prendendo il sopravvento sui “baroni”?

«Mi piacerebbe poter dire che non ci sono più “baronesse” né “baroni”, siamo in grado tutti, donne e uomini, di poter dare il massimo per il benessere della vita quotidiana del nostro ateneo».

Da grande economista, come vede la situazione che stiamo vivendo, tra un’inflazione sempre più vicina alla doppia cifra e gli aumenti dei costi delle materie prime e delle fonti di energia, fattori che stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese?

«Occorre un intervento nazionale in accordo con l’Unione Europea quanto prima. Questa non è una situazione che si possa risolvere autonomamente sui mercati. Purtroppo risente molto della lunga crisi iniziata del 2008 e mai di fatto superata, successivamente è arrivata la pandemia che ha creato un rallentamento ulteriore in alcuni comparti industriali e che ha provocato a cascata un effetto domino su tante filiere a valle e per ultimo il conflitto nell’Europa dell’Est sta creando nuovi problemi, oltre a quelli che era già presenti, al sistema economico.

I fondi del Pnrr stanno arrivando anche a Unife?

«Alcuni di questi fondi sono già fruibili e disponibili in particolare stiamo avendo le progettualità in cui siamo direttamente coinvolti. Abbiamo fatto la prima assemblea dei soci la settimana scorsa e abbiamo già bandito diverse posizione di ricercatori sui fondi che ci sono stati assegnati, analogamente sempre parlando di Pnrr, siamo tra i soci fondatori della fondazione HPC. Ulteriori iniziative le stiamo portando avanti nei partenariati dove abbiamo candidato dei progetti perché verranno messi a disposizione ulteriori importanti finanziamenti».

In questi mesi lei ha avuto contatti con le istituzioni cittadine. Che idea si è fatta? Cosa bisognerebbe correggere a suo modo di vedere per migliorare le cose?

«Nei momenti di grande difficoltà , e il contesto attuale è tale, bisogna investire ancora di più e cercare di avere un spirito costruttivo, perché se ci fissiamo continuamente ad ascoltare i problemi, non investiamo tempo positivo nel costruire qualcosa di comune utilità. Ciascuno nel suo contesto è chiamato a dare il massimo, ma soprattutto in collaborazione con le istituzioni sia pubbliche che private. Occorre senza dubbio una maggiore coesione tra le parti».

Durante il post terremoto si creò un clima di coesione - purtroppo andato poi perduto - che superò steccati ideologici e politici, per raggiungere insieme l’obiettivo di ricostruire. A questo si riferisce?

«Direi proprio di sì, soprattutto nei momenti di difficoltà la coesione è fondamentale».

Ottimi gli ultimi dati di Alma Laurea sulla Unife Master School. Che rapporto intercorre tra l’università e il mondo del lavoro?

«Stiamo cercando di lavorare molto sia a livello di orientamento in entrata e anche di orientamento in uscita con i nostri studenti che escono dal percorso universitario. Stiamo cercando di fornire loro degli strumenti per presentarsi al meglio sul mercato del lavoro. Stiamo siglando accordi per realizzare tirocini con diverse istituzioni e anche associazioni professionali, dai commercialisti ai consulenti del lavoro. Abbiamo ampliato la rete per i tirocini formativi per alcune lauree sanitarie e continuiamo chiaramente a lavorare con le imprese per avere dei momenti di confronto».

Mi dica almeno un paio di cose che secondo lei non vanno bene in Unife e che intende correggerle?

«Come ho detto al mio insediamento, interpreto il mandato elettorale come il consolidamento di tanti percorsi che si sono aperti, che può significare consolidamento nella didattica e rafforzamento in termini di capacità di attrazione per fondi per la ricerca. Occorre istituire una rete di manager della ricerca a supporto per attrarre maggiori finanziamenti proprio sulla ricerca. E come secondo punto, il tema del patrimonio architettonico da adeguare alle nostre infrastrutture di aule e laboratori, finalizzato ad un ampliamento di questi spazi. Puntare anche ad un consolidamento di tutte le relazione a livello locale e internazionale».

Da 0 a 30 e lode, che voto darebbe al suo gruppo di lavoro?

«30 e lode. Ho scelto persone molto “committed”, impegnate, oltre che competente e instancabili».

Il prorettore Deidda Gagliardo nei mesi scorsi aveva elencato la solidità del bilancio di Unife. Avete intenzione di fare investimenti anche di nuovi spazi e strumenti per la didattica o per altre attività, visto che i “soldini” non mancano?

«I “soldini” ci sono, ma al giorno d’oggi escono anche rapidamente, basta guardare nell’edilizia i maggiori costi dei cantieri che dobbiamo affrontare per riadeguare i progetti. Le aziende appaltatrici ci hanno chiesto un adeguamento economico, e conviene pagare piuttosto che lasciare l’opera sospesa».

E con le bollette da pagare come siete messi?

«Abbiamo costi esorbitanti sull’energia. C’è stato un aumento della bolletta dell’energia elettrica che è passata da 100mila a 600mila euro».

Però un aumento del 500%. Continuerete a investire su nuove assunzioni?

«Stiamo assumendo personale tecnico amministrativo dal primo ottobre. Avremo una quarantina di colleghi in più. Abbiamo anche un nuovo direttore generale».

Si sente spesso con il suo Maestro, l’ex rettore e ministro Patrizio Bianchi?

«Certamente, nonostante i suoi numerosi impegni governativi. Tra l’altro Bianchi qui a Unife è titolare di una delle pochissime cattedre Unesco. Un riconoscimento importante che dà ulteriore respiro e vanto al nostro ateneo anche a livello internazionale .

E per concludere?

«Abbiamo ancora tanti progetti da valorizzare per il prossimo futuro, finalizzati al bene della nostra università, dei suoi studenti e dell’intera città».l