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Ferrara, il Palapalestre presidio di legalità: «Noi l’antidoto contro la droga»

Marcello Pulidori
Ferrara, il Palapalestre presidio di legalità: «Noi l’antidoto contro la droga»

Alessandro e Massimiliano Duran insegnano ai giovani boxe e vita

01 ottobre 2022
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Ferrara Come un fiore in un deserto. È questa la sensazione che si ha entrando nella palestra di Porta Catena. L’oro di via Canapa.

Questa palestra è diventata negli ultimi tempi un baluardo in un quartiere difficile della città. Via Oroboni, la stessa Porta Catena, e altre strade sono divenute una piazza di spaccio, nonostante il grande impegno profuso da Comune e forze dell’ordine attuato nel cuore del quartiere Gad, impegno che deve proseguire. Aver creato il parco del Grattacielo a averlo “riempito” di bimbi e mamme ha allontanato i criminali. Che però si sono spostati proprio qui, verso il Palapalestre. Così è accaduto che la zona di Porta Catena si è trasformata, diventando la terra calpestata anche dagli spacciatori. Ma il Palapalestre è sempre qui, un fortino di salute, educazione alla vita, sport e sano divertimento. Un’isola felice, felicissima. In una delle zone più complicate della città. Ma anche una zona piena di persone oneste, che nonostante tutto vivono nella legalità. Un argine saldo, come la schiena di due fratelli che allo sport e all’etica della vita hanno dedicato, appunto, una vita.

Alessandro e Massimiliano Duran non sono stati soltanto campioni del mondo di pugilato ma anche – e forse soprattutto – hanno rappresentato la parte più sana di questo sport. Il papà Juan Carlos Duran ha lasciato in loro una impronta indelebile. Assieme ai fratelloni c’è Romano Becchetti, altra istituzione della boxe all’ombra del Castello Estense. Romano gestisce la “Padana Training Center” mentre i fratelli Duran continuano nel grande progetto della “Pugilistica Padana”. Da loro si allenano pugili professionisti ma anche, come ricorda Alessandro, «persone normalissime e non più giovani che vengono qui da noi per tenersi in allenamento».

Preparazione atletica in senso lato e boxe, tuttavia, non sono gli unici percorsi. Al Palapalestre si allenano anche i giovani della Vis 2008 basket di Filippo Bertelli e i coetanei della squadra di karate Carlini Team. I consigli e le lezioni dei fratelli Duran sono pagine di una storia che si ripete da decenni.

«Una palestra – dicono Alex e Momo – prima ancora di un luogo in cui allenarsi e imparare a boxare è una scuola di vita. Con delle regole. La prima è quella di essere campioni dentro e fuori dal ring. Durante la pandemia – ricordano i Duran – io e mio fratello ci siamo allenati fuori dalla palestra perché all’interno, come noto, non era possibile fare nulla». Alessandro e Massimiliano non sono semplici allenatori forti della leggenda che li accompagna ma rappresentano un punto di riferimento etico per tanti ragazzi.

«Ci sono molte storie da raccontare – dice Momo – tante vite da scoprire». D’altronde, l’impegno dei fratelli Duran per lo sport, nell’accezione più sana del termine e nella sua declinazione più genuina, è datato. Molti di questi giovani grazie all’incontro con lo sport e, nel caso della scuola Duran, con la boxe sono stati strappati a un (probabile) percorso malavitoso e oggi sono fieri di quello che sono. E di quello che potranno diventare.

«La droga? Lo spaccio? Sappiamo? – scuote la testa Becchetti – non passa settimana che non ci sia una bici rubata. O qualcos’altro. Ma continuiamo ad andare avanti. E apprezziamo – conclude Romano – polizia e carabinieri che qui vediamo molto spesso». l