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Codigoro, le dottoresse vanno in pensione: «Il nostro lavoro resta una sfida»

Katia Romagnoli
Codigoro, le dottoresse vanno in pensione: «Il nostro lavoro resta una sfida»

La pediatra e il medico di base salutano i loro pazienti

04 ottobre 2022
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Codigoro Primo giorno di pensione per Ledda Guerra, stimata pediatra di famiglia e per Nunzia Nista, apprezzata dottoressa di base: entrambe le professioniste hanno lasciato la Medicina di gruppo, istituita nella casa della salute di Codigoro, per dedicarsi al meritato riposo. Codigorese di nascita, dopo la laurea, Ledda Guerra ha prestato servizio ai lidi come guardia medica estiva e di continuità assistenziale, per poi intraprendere, nel 1989, la professione di pediatra. «L’ambulatorio era sotto casa – ricorda la dottoressa Guerra -, poi dal 2001 ho accettato di entrare a far parte della Medicina di gruppo. Io e Nunzia abbiamo avuto l’ambulatorio una di fianco all’altra, siamo amiche e lei era pure il mio medico. Siamo andate in pensione nello stesso giorno».

Nunzia Nista, di origini pugliesi, ha iniziato a esercitare la professione medica nell’estate del 1986, in un pronto soccorso estivo a Lesina, in provincia di Foggia, poi «l’anno successivo sono arrivata a Codigoro, dove ho lavorato dapprima come guardia turistica e poi come guardia medica notturna/prefestiva e festiva. Occorreva la residenza di due anni e la convenzione con il servizio sanitario nazionale è arrivata nel 1991. Avevo questo obiettivo e l’ho raggiunto. Prima di iniziare – aggiunge la dottoressa Nista -, ho frequentato una neonatologia a Termoli, in Molise».

Gli ultimi due anni di lavoro, prima della pensione, hanno messo a dura prova i medici e pediatri di base, sono stati loro la prima linea della battaglia contro il coronavirus. Entrambe le 2 dottoresse hanno, comunque, sempre mantenuto un contatto costante con i loro pazienti, anche nei periodi più critici, attraverso il telefono e WhatsApp e per questo sono state apprezzate. I pazienti non si sono sentiti abbandonati. «Ho sperimentato su di me questo terribile virus nella prima ondata – ricorda Guerra -, è stata davvero un’esperienza drammatica ma vissuta comunque con ottimismo. Sono la prima contagiata documentata della provincia di Ferrara, quando ancora il vaccino non era disponibile. Ho lottato contro lo scetticismo riguardo la pericolosità della malattia e la necessità delle regole rigide che tutti conosciamo. Abbiamo assistito a una enorme confusione su malattia e vaccino, per cui ho iniziato a scrivere diversi “papiri” su Facebook. «Terminare il lavoro di pediatra di famiglia – ammette la pediatra in pensione -, mi dà piacere e tristezza allo stesso tempo, ma una cosa è certa: in tutti questi anni i piccoli pazienti mi hanno “contagiato” con tanta tenerezza e con tanta allegria. Non è stato facile contenere le ansie di genitori e nonni, e sopportare il peso della responsabilità, ma questa è la sfida del nostro lavoro, ripagata alla grande dalla gioia di ricevere l’apprezzamento e, impagabile, l’affetto delle persone».

Da oggi largo alle passioni, dai viaggi, alla pittura, al ballo, alla lettura. Nista e Guerra augurano buona fortuna e mandano un abbraccio forte a tutti i loro pazienti. «A genitori e nonni – aggiunge la pediatra Ledda Guerra – consiglio di non dimenticare che i bambini seguono l’istinto, perciò hanno quasi sempre ragione, per esempio riguardo i cibi, si dovrebbe evitare di insistere sul mangiare ma anche di cadere nell’errore opposto. E soprattutto si deve esercitare non l’autorità ma l’autorevolezza». l

Katia Romagnoli

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