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Contributo esonerativo

A Ferrara 32 aziende pagano per la mancata assunzione di lavoratori disabili

A Ferrara 32 aziende pagano per la mancata assunzione di lavoratori disabili

Mantovani (M5S) e Vezzani (Rivoluzione Umana): «È tutto legale, ma serve cambio di paradigma». E il consigliere comunale annuncia un’interrogazione alla giunta: «Serve un disability manager»

07 dicembre 2022
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Ferrara. Anche a Ferrara il mondo lavoro continua a presentare barriere che le persone con disabilità fanno fatica a vedere abbattute. Nonostante ormai da oltre vent'anni la legge imponga alle aziende con oltre 15 dipendenti una quota di collocamento mirato, in molti casi ciò non avviene, anche perché le stesse norme consentono di pagare per compensare questa mancanza.

Sono trentadue le aziende della provincia di Ferrara che anche nel 2021 hanno pagato il cosiddetto contributo esonerativo per la mancata assunzione di persone con disabilità: circa 700mila euro in totale che sono andate a rimpinguare un apposito fondo regionale.

A segnalarlo, con in mano la relativa delibera regionale dell’ottobre 2022, sono Tommaso Mantovani, consigliere comunale del M5S, e Paolo Vezzani, consigliere nazionale del movimento Rivoluzione Umana. Il fondo servirebbe a finanziare percorsi di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, ma visto come viene alimentato, per Mantovani e Vezzani, si tratta di «un paradosso».

I nomi contenuti nell’elenco delle aziende paganti sono quelli grossi, Basell, ad esempio, che paga un contributo di oltre 167mila euro. Sempre nel petrolchimico troviamo anche Versalis (poco più di 53mila euro) e Yara (41mila euro). Ancora, ci sono la Lte di Ostellato, che versa quasi 100mila euro, e la Officine meccaniche Sirio (quasi 78mila euro). Di rilievo anche la presenza della Manifattura Berluti (più di 26mila euro), di Tecopress (quasi 39mila euro), Officine Barbieri (23mila euro) e perfino della Spal (quasi 23mila euro). Fuori provincia c’è anche la Ferrari, che paga oltre un milione di euro.  E poi ancora Amp Rec, Ct Pack, Fira, General Cavi, Sapio, Cna Servizi ed Informatica, Consorzio di Bonifica, Coperion,  Smith Packaging, Eni Rewind, Fca Security e Fca Italy, Gianni Negrini, Linco Baxo, Petroncini Impianti, Poppi Ugo Euroforge, Enipower Ferrara, Terremerse, Virisun, Verizon, Vortex Hydra.  Fuori provincia c’è anche la Ferrari, che paga oltre un milione di euro.


«È tutto legale», si premurano di rilevare Vezzani e Mantovani, ma il loro intento, a pochi giorni dalla Settimana internazionale delle persone con disabilità (era il 3 dicembre) è attirare anche l'attenzione dell'opinione pubblica cittadina e della politica e dare il via a  un «cambio di paradigma», almeno a livello locale. Per questo, Mantovani preannuncia il deposito di un'interrogazione alla giunta in materia. «Le ispezioni vengono fatte?», è una delle domande che verranno poste, anche se la competenza non risiede a palazzo municipale, dove però lavorano due garanti per la disabilità, mentre per il consigliere M5S «forse a Ferrara ci sarebbe bisogno di un disability manager, non due persone senza poteri».

«Servono più controlli, una una modifica della legge e una rivoluzione culturale», aggiunge Vezzani, «da un lato all'imprenditore deve convenire assumere, e dall'altro non possiamo tenere parcheggiate persone che vogliono e possono essere utili alla società». E la cosa non sembra essersi invertita nemmeno con l'esplosione del telelavoro con l'emergenza Covid.

«A me manca una gamba - dice ancora Vezzani - ma è la società a rendermi più disabile. Eppure dove vive meglio un disabile, vivono meglio tutti, ma mentre ora stiamo pensando di andare su Marte e di ritornare sulla Luna, io non riesco ancora a prendere l'autobus per venire a Ferrara», conclude l’esponente di Rivoluzione Umana.