Ferrara, uccise la nonna: pena ridotta
I giudici dell’appello portano da 16 a 12 gli anni di reclusione per Pierpaolo Alessio. Nel novembre 2019 il cuore della signora Maria Luisa Silvestri non resse alle botte
Ferrara. Rimane l’omicidio preterintenzionale, ma la pena è stata sensibilmente ridotta: 12 anni di reclusione anziché i 16 della sentenza di primo grado emessa poco meno di un anno fa dalla corte d’assise di Ferrara.
È la decisione della corte d’assise d’appello di Bologna a carico di Pierpaolo Alessio, il giovane di 25 anni che nella notte del 20 novembre del 2019 picchiò, fino a cagionarne la morte, la nonna Maria Luisa Silvestri (71 anni) mentre entrambi si trovavano in auto, di ritorno dalla pizzeria della madre del ragazzo, dove avevano cenato.
I giudici felsinei hanno respinto l’appello della procura, che già in primo grado aveva qualificato l’evento come omicidio volontario, determinato dalla «consapevole accettazione dell’eventualità della morte» da parte di Alessio.
Come emerso dalla perizia medico-legale in primo grado, nonostante la violenza dei colpi inferti da Alessio alla nonna, questi non erano idonei da soli a cagionare la morte della signora Silvestri: il fattore determinante fu il grave scompenso cardiaco di cui l’anziana soffriva.
Il tribunale estense aveva invece valorizzato sul punto la prospettiva della difesa (avvocato Pasquale Longobucco), che aveva spinto per una lettura dell’omicidio come preterintenzionale. Così hanno deciso anche i giudici dell’appello, confermando tale qualificazione dell’omicidio, ma rideterminando la pena in misura meno severa rispetto ai colleghi ferraresi: 12 anni, quattro anni in meno rispetto alla sanzione arrivata in primo grado.
«È stato disatteso l’appello della procura - afferma a margine dell’udienza d’appello l’avvocato Longobucco -. Ha tenuto quindi la ricostruzione della difesa: sin dall’inizio avevamo prospettato quantomeno un omicidio preterintenzionale, ed è chiaro che aspetteremo il deposito delle motivazioni della sentenza per comprendere quali profili possono essere per noi meno convincenti per poi valutare di fare ricorso per Cassazione».
«In tutta questa tragedia - prosegue il legale - c’è un dato positivo che è emerso sin dall’inizio, ovvero una volontà di Pierpaolo di recuperare sé stesso, grazie anche ai nuovi rapporto che si sono creati tra lui e il nonno, dove si sono potuti recuperare dei frammenti di umanità sincera».
Alessio attualmente è agli arresti domiciliari e vi rimarrà e, spiega ancora Longobucco, «sta osservando le prescrizioni che gli hanno indicato le autorità giudiziarie, compresa anche quella di recarsi a lavorare tre volte a settimana presso la pizzeria della madre.
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