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Goro, nuova specie trovata nella Sacca: è una minaccia per le vongole

Goro, nuova specie trovata nella Sacca: è una minaccia per le vongole

Nel noci di mare che vengono dall'Asia rischiano di cannibalizzare  tutti i molluschi presenti nelle acque: un rischio alto perchè una specie tra le più invasive

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i Annarita Bova

Goro Dopo i granchi blu e le alghe sempre più aggressive, arriva un altro abitante nella Sacca a disturbare il sonno degli allevatori di vongole di Goro: la noce di mare. Ma attenzione, «non quella nostra che c’è sempre stata. Purtroppo abbiamo a che fare con la specie asiatica che ha trovato qui da noi terreno fertile perché non ha predatori. E mangia tutto il novellame». Le noci di mare (Mnemiopsis leidyi) rappresentano un pericolo per il nostro mare.

«Sono arrivate attraverso l’acqua di zavorra delle navi cisterna - spiega l’ex sindaco e biologo Diego Viviani - e grazie alla loro grande capacità riproduttiva, si sono moltiplicate a dismisura. Il punto è che interrompono la catena alimentare, spazzando via tutto quello che c’è sotto di loro, mentre sopra non hanno nessuno. O meglio forse qualche tartaruga, ma ormai sono così tante che non riusciamo più a contenerle». E a quanto pare sono ghiotte di novellame. O meglio, di tutto quello che permette la riproduzione delle vongole.

«Le noci di mare sono innocue per l’uomo. Si tratta di ctenoforo, cioè un organismo molto simile alla medusa per via del corpo gelatinoso e per la sua trasparenza, ma totalmente privo delle cellule urticanti che contraddistingue le meduse; al loro posto ci sono particolari organelli adesivi con cui cattura lo zooplancton, di cui si nutre. E per noi sono un problema enorme perché si nutrono di uova e di larve di pesce».

A causa dei suoi effetti negativi, mnemiopsis leidyi è stata inserita nella lista delle 100 specie invasive più dannose al mondo. Lo scrivono a chiare lettere i responsabili di Arpa Friuli Venezia-Giulia che hanno negli ultimi anni messo a punto un progetto di monitoraggio e studio per controllare l’invasione delle noci di mare. «La grande tolleranza di questa specie alla temperatura la rende capace di adattarsi alle condizioni del Mediterraneo e le noci di mare sono in grado di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare, creando danni non tanto di tipo igienico sanitario, ma ambientale».

Viviani fa anche presente che «le noci di mare endemiche arrivavano nei mesi freddi e andavano poi via col caldo, permettendo il giusto ciclo di riproduzione delle vongole. Queste invece ci sono sempre».

E i danni si iniziano a contare. «Di seme di vongole ce n’è sempre meno, è vero. Soprattutto in Sacca. Stiamo cercando di capire perché e cosa fare, ma i cambiamenti climatici come anche l’arrivo di merce e di navi che partono dall’altra parte del mondo, certo non aiuta. La Sacca ha sempre avuto necessità di un perfetto equilibrio e non sarà facile mantenerlo nel corso del tempo». l