Controllo di vicinato, quasi 500 vedette sorvegliano Cento
Tutto è partito nel 2019 da XII Morelli. Oggi sono attivi 8 gruppi con 38 coordinatori
Cento Partito nel 2019 dalla frazione di XII Morelli, il Controllo di vicinato è arrivato ora a coinvolgere nel Centese 489 persone, organizzate in un vero e proprio sistema piramidale che conta 8 gruppi e 38 referenti/coordinatori. Una rete di occhi e orecchie attenti a cogliere, nel proprio quartiere, ogni elemento sospetto e segnalarlo sulla chat Chatsapp di riferimento. Sono poi i coordinatori, punto di contatto fra i “controllori” e le istituzioni, a informare la Polizia locale. Un meccanismo che nel tempo, al netto del rallentamento imposto dalla pandemia, ha superato la fase di rodaggio arrivando, nel 2022, a macinare circa 400 segnalazioni tra quelle girate dalle chat e quelle arrivate direttamente alla Polizia locale.
I gruppi Oltre ai “pionieri” di XII Morelli, gli altri gruppi sono a Renazzo-Bevilacqua, Buonacompra, Reno Centese, Corporeno-Molino Albergati-Alberone, Casumaro e Cento. A questo si aggiunge “Sicuri in Centro” che riunisce i commercianti di via Guarcino (dal 2021) e via Matteotti (dal 2022) con 29 attività aderenti, la quasi totalità.
«Il controllo di vicinato – spiega lo stesso comandante Fabrizio Balderi – è un modello diffuso in Emilia Romagna, così come nel resto d’Italia, e che poggia su precise linee guida. Non prevede ronde, né può e deve in nessun modo sostituirsi all’attività delle forze di polizia».
Le regole L’obiettivo è quello di potenziare la sorveglianza attraverso coloro che meglio di tutti conoscono il proprio quartiere, ovvero i residenti, «ma tenendo presente – continua Balderi – che per tutte le situazioni di immediata emergenza, bisogna contattare il 112. E non si deve mai intervenire in prima persona, mettendo a rischio la propria incolumità. Il servizio è regolato da un protocollo di intesa con la Prefettura che coinvolge le altre forze di polizia, con cui ci sono scambi di informazioni, mentre con i volontari si tengono riunioni periodiche. I gruppi vengono coinvolti inoltre nei diversi progetti di sicurezza urbana integrata, che toccano temi come la violenza sulle donne e i minori. Lo scopo è riconoscere i campanelli di allarme e capire le situazioni che richiedono aiuto».
All’interno del Comando c’è un team di agenti dedicato in modo più specifico a questo servizio, e a coordinarli è la Sovrintendente Sabina Malagò: «Le prime riunioni si sono tenute appunto a XII Morelli, invitando la popolazione e individuando i possibili referenti dei gruppi tra coloro che mostravano maggiore partecipazione oppure tra le persone che già conoscevamo –spiega – Oltre alle chat, sono stati creati due gruppi di ascolto, uno nella stessa XII Morelli che si riunisce nella sala parrocchiale di via Maestrola tutti i mercoledì, giorno di mercato, dalle 9 alle 11; il secondo si riunisce invece all’ex anagrafe di Renazzo il lunedì mattina. Sono un ulteriore presidio, pensato soprattutto per le persone più anziane. L’idea è quella della sicurezza partecipata».
Le segnalazioni I volontari hanno seguito una specifica formazione, soprattutto sull’utilizzo corretto delle chat e sull’appropriatezza delle segnalazioni. Dunque no ai messaggi vocali troppo lunghi, niente emoticon o messaggi personali. La regola è quella di stare attenti e notare segnali di potenziale rischio in un’ottica di prevenzione, «per arginare fenomeni che potrebbero svilupparsi, ma anche per conoscersi e fare comunità», aggiunge Balderi.
Le segnalazioni possono riguardare la presenza di persone sconosciute che vengono magari notate a osservare le case, oppure un’auto ferma da tempo che potrebbe risultare rubata, o ancora personaggi che suonano alle porte con i pretesti più disparati, che quasi sempre nascondono una truffa.
I coordinatori Lo sanno bene i coordinatori anche se, sottolinea Matteo Malaguti (XII Morelli) «non invio mai una segnalazione finché non c’è la certezza che si tratta di un vero problema, a volta basta attendere e la situazione si risolve da sé. Una “piaga”, da questo punto di vista, sono i social, per questo invito sempre a non postare foto, anche per questioni di privacy». Tra i casi risolti, il tentato furto del rimorchio di un camion: «Si trovava in un posto in cui non doveva essere – ricorda Malaguti – e dato che conoscevo l’azienda ho avvisato il titolare, che non ne sapeva niente. I rimorchio aveva in freno bloccato e i ladri, dopo averlo trascinato lasciando le tracce sul terreno, lo avevano abbandonato, forse contando di tornare successivamente».
Le chat sono utili anche per segnalare situazioni di degrado e abbandono. Come quando, racconta Bruno Magri (che coordina il gruppo della zona Giovannina) il proprietario di un edificio dismesso, dopo due segnalazioni (seguite da altrettanti interventi degli agenti) di bivacchi abusivi decise di correre ai ripari.
Il servizio è decollato ma che fatica i primi tempi, rammenta il coordinatore della zona Parco di via Gennari-Pandurera, Claudio Gelmini, componente della Consulta con l’ex amministrazione: «Già nel 2015 avevo proposto il controllo di vicinato, secondo l’esempio di Sasso Marconi, ma il progetto non partì. Ora ci siamo, ma i primi tempi ho faticato a convincere le persone, c’era un po’ di diffidenza e paura di ritorsioni». È anche capitato, interviene la Sovrintendente Malagò, affiancata dall’assistente Giuseppe De Corato e dall’agente Emanuele Palazzi, che i poliziotti locali abbiano soccorso, su richiesta di una signora, una papera che con i suoi pulcini era finita sulla strada, e rischiava di essere schiacciata dalle auto.
Marzia Mazzoni coordina il gruppo della zona Parco del Reno, casualmente formato da sole donne: «Certo le segnalazioni vanno filtrate, ma il controllo di vicinato serve soprattutto a creare capillarità, ed è una questione di fiducia. Se controlli il tuo quartiere non stai facendo il lavoro di un altro, ma qualcosa di utile per te e la comunità».