La Nuova Ferrara

Ferrara

La sentenza

Antenne, il Tar boccia ancora il Comune di Ferrara

Stefano Ciervo
Antenne, il Tar boccia ancora il Comune di Ferrara

Tre sì alle società, 15mila euro di spese Scontro sui tempi del nuovo Piano

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Il Piano antenne del Comune sarà inserito nei documenti conoscitivi del Piano urbanistico generale, ha annunciato l’altro giorno in Consiglio comunale il vicesindaco Nicola Lodi. «Il problema è che il Pug andrà al 2025 mentre qui fioccano sentenze che danno il via libera alle richieste delle compagnie telefoniche e condannano il Comune a pagare fior di spese legali» lamenta il capogruppo Pd, Francesco Colaiacovo. Le più fresche sono pronte ad approdare in Consiglio comunale e valgono 16mila euro da pagare. Colpa, a giudizio dell’opposizione, della cancellazione del vecchio regolamento per l’installazione e l’esercizio degli impianti di telefonia mobile, che ha creato una situazione di vuoto legislativo ora “occupato” dal Tar. Sulla tempistica però le interpretazioni sono divergenti, in quanto al gruppo di maggioranza Ferrara Nostra, vicino ai comitati No antenne, risulta invece che la nuova pianificazione sia in dirittura d’arrivo.

Le sentenze I nuovi debiti fuori bilancio sono appunto tre, tutti in favore di Wind, che ha ottenuto soddisfazione da altrettanti ricorsi contro il diniego da parte degli uffici comunali di Scia per il semplice adeguamento tecnologico d’impianti di telecomunicazioni già esistenti. Si tratta, nello specifico, di quelli di via Toscanini 40, via Putinati 143 e via Poletti, e le sentenze risalgono all’estate scorsa. In tutti questi casi il Comune, soccombente, è chiamato a rimborsare le spese legali, che sono appunto di 5.434 euro a sentenza: si tratta tecnicamente di debiti fuori bilancio, che quindi devono essere valutati in sede di assemblea comunale: in questa maniera la vicenda è emersa all’attenzione delle opposizioni, anche se al momento le tre delibere non sono ancora passate in commissione.

Il nodo regolatorio L’8 settembre 2020 la giunta Fabbri decise di sospendere il regolamento antenne, che risale al 2013: «In attesa del nuovo piano - sottolinea Colaiacovo - il sindaco annunciò che l’amministrazione non avrebbe più concesso siti di proprietà comunale per l’insediamento d’impianti di telefonia mobile». Nel frattempo, però, «una parte dei gestori hanno cominciato a contrattare direttamente con i privati, con gravi ricadute urbanistiche, come nel caso di Quartesana - ricorda il capogruppo Pd - Ora ci sono appunto i rigetti delle Scila per l’adeguamento tecnologico dei siti esistenti», con ricorsi al Tar vinti appunto dalle compagnie. Questi adeguamenti comportano tra l’altro l’installazione della nuova tecnologia 5G, sulla quale c’è la particolare sensibilità di Ferrara Nostra.

Per il capogruppo dem, il vecchio regolamento «aveva dimostrato di dare buoni risultati in termini di governo degli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile», mentre quella attuale è «una situazione di sostanziale deregolamentazione».

Il Piano “fantasma” Per il Piano comunale per la localizzazione degli impianti fissi di telefonia mobile, questa è la denominazione completa, sono stati spesi oltre 54mila euro in fase di redazione, ma ancora non è pronto per il via libera definitivo. Le sollecitazioni da parte in particolare di Catia Pignatti (Fe Nostra) hanno appunto prodotto la risposta di Lodi: «Noi abbiamo interpretato le parole del vicesindaco come una garanzia di approvazione del Piano antenne in tempi brevi, entro i primi mesi dell’anno» riferisce Pignatti. A conferma di questa interpretazione c’è la disponibilità a convocare le commissioni congiunte, Terza e Quarta, entro febbraio, una risposta positiva alle richieste di Ferrara Nostra di considerare il problema antenne anche dal punto di vista della salute, non solo dell’urbanistica. l