Argenta “Le vere amicizie sono eterne”: questa frase di Marco Tullio Cicerone calza a pennello per due amici argentani. Ma proprio veri amici, non di quelle amicizie che il tempo cancella. Lui &egrave; Mino Stella, vedovo di 82 anni, agricoltore, affetto da artrite reumatoide e da 20 anni convive con il cortisone; l’altro &egrave; Bruno Landi, 83 anni, impiegato, ex cineoperatore dell’allora teatro Moderno, brevetto da pilota, cieco da cinque anni in quanto affetto da glaucoma in entrambi gli occhi. Insomma due “giovanotti” con qualche problemino eppure, ogni giorno, Mino guida fino a casa da Bruno, lo fa salire in auto e insieme vanno a prendere il caff&egrave; a un bar. A volte, con la bella stagione, si fermano sotto il porticato della casa di Mino rivivendo i ricordi finch&eacute; non arriva mezzogiorno, quando lo riaccompagna a casa dalla moglie per il pranzo. Potrebbe sembrare nulla di speciale ma non &egrave; cos&igrave;. Dietro c’&egrave; un’amicizia che risale all’adolescenza, alla scuola e che da allora si rafforza ogni giorno. Una mattina, al bar “Argenta”, raccontano della loro indissolubile amicizia. &laquo;Da quando Bruno &egrave; andato in pensione – dice Mino – la nostra amicizia si &egrave; rafforzata. Ricordo quel giorno quando ci siamo ritrovati ai giardini e da allora non abbiamo pi&ugrave; smesso di incontrarci. E allora quasi tutte le mattine…&raquo;. &laquo;Non quasi – interrompe Bruno – tutte le mattine mi viene a prendere, e per me uscire di casa e fare due passi in sicurezza &egrave; molto importante&raquo;. Su questo importante valore dell’amicizia dei due 80enni, Bruno ha piacere di raccontare che &laquo;ci raccontiamo dei nostri ricordi di giovent&ugrave; quando lo accompagnavo a casa a Bando e poi tornavo indietro da solo. Spesso mi fermavo a casa sua a mangiare perch&eacute;, da lui non mancava niente mentre a casa mia era tutto scarso. Andavamo a ballare insieme, dormivo a casa sua. Pensi non abbiamo mai litigato. Ricordo che dovevo andare a ballare l’ultimo dell’anno a Portomaggiore e non avevo il vestito: Mino me ne ha prestato uno, e se anche ci stavo due volte perch&eacute; lui &egrave; due taglie pi&ugrave; grande, l’ho messo. Il lavoro ci ha tenuti lontani per un po’ e intanto lui si &egrave; sposato con mia cugina, poi sono andato in pensione e ora siamo qui come prima e come se non fosse passato il tempo: stessa stima, stesso rispetto e so benissimo che per lui &egrave; un sacrificio. Mi viene a prendere stiamo insieme, mi riporta a casa: pi&ugrave; di cos&igrave;?&raquo;. &laquo;Perch&eacute; lo faccio? – si domanda Mino – : per amicizia&raquo;. Spesso di dice che &laquo;l’amicizia, quella vera, non muore mai. Cambia, si trasforma, si mette in pausa. Ma se &egrave; vera, continua a vivere. Nonostante tutto&raquo;. Gi&agrave;: nonostante tutto. l &copy; RIPRODUZIONE RISERVATA &nbsp;

Argenta “Le vere amicizie sono eterne”: questa frase di Marco Tullio Cicerone calza a pennello per due amici argentani. Ma proprio veri amici, non di quelle amicizie che il tempo cancella. Lui &egrave; Mino Stella, vedovo di 82 anni, agricoltore, affetto da artrite reumatoide e da 20 anni convive con il cortisone; l’altro &egrave; Bruno Landi, 83 anni, impiegato, ex cineope...

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Landi è cieco, Stella ogni giorno va a prenderlo con l’auto

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Argenta, Mino e Bruno, amicizia di ferro «Grazie a lui esco tutte le mattine»

Landi è cieco, Stella ogni giorno va a prenderlo con l’auto

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