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Goro, la memoria storica Adelmo Bellotti: «I giovani siano artefici del futuro»

Katia Romagnoli
Goro, la memoria storica Adelmo Bellotti: «I giovani siano artefici del futuro»

L’ex sindaco ripercorre le stagioni del paese non lesinando critiche

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Goro Adelmo Bellotti è la memoria storica del paese e come suo padre Natale ha ricoperto la carica di primo cittadino, ma ha anche trasmesso la passione politica al nipote Nickolas, che oggi è assessore nella Giunta guidata da Marika Bugnoli. Nei giorni scorsi Adelmo Bellotti, primo sindaco del Pds dal 1992 al 1997, ha compiuto 82 anni e con un sorriso largo e con quella giovialità che da sempre lo contraddistinguono, spera di «aver dato il meglio come uomo e come sindaco». Nel suo percorso politico Bellotti annovera diversi primati, non solo per aver ereditato da papà Natale, a sua volta sindaco dal 1967 al 1974, ideali e vocazione alla gestione dell’interesse pubblico, ma anche per essere stato il primo cittadino della storia del Comune di Goro eletto dalla popolazione, a suffragio universale.

«I miei figli non hanno seguito le mie orme – ammette Adelmo Bellotti -, ma Nickolas ha nel sangue, come me, la propensione a occuparsi dei problemi della collettività, sforzandosi di risolverli. Non mi sono mai messo in cattedra, ma ho cercato di trasmettergli quel principio, che è stato, ed è, alla base della vocazione politica, ossia la capacità di ascoltare la gente».

Erano anni di grossi cambiamenti della geopolitica nazionale e locale quelli vissuti da Bellotti da sindaco. Il Copego era una realtà estremamente frammentata, stava prendendo forma una nuova geografia delle concessioni nella Sacca di Goro, erano nel vivo la costituzione del nuovo ente Parco del Delta del Po e la realizzazione di un polo ospedaliero (ospedale di Valle Oppio a Lagosanto).

Era ancora il periodo del boom delle vongole, «che ha risolto tanti problemi sul piano economico – ammette Bellotti – ma ha anche aperto problematiche giovanili ancora presenti, a partire dall’elevata dispersione scolastica. I giovani hanno iniziato ad avvicinarsi al guadagno sicuro, immediato, abbandonando prematuramente gli studi».

Ma il denaro è stato anche un viatico che ha avvicinato i ragazzi più fragili alla drammatica dimensione della droga: «Il mercato della droga si è buttato su di loro», ricorda amareggiato Adelmo Bellotti.

Ma l’ex sindaco, sempre pronto a dispensare suggerimenti, pareri, testimonianze di una vita intera spesa, in nome della passione politica, riconosce che «ci sono stati anche tanti momenti belli. È un impegno intenso, portato avanti con il supporto dei familiari. Mia moglie Ersilia è sempre stata al mio fianco. Una volta, durante un incontro istituzionale, si avvicinò a me il sindaco di Bologna, Walter Vitali e mi chiese se ero io il sindaco che aveva più problemi di lui da affrontare. In fondo tutte le comunità, grandi o piccole che siano, hanno dei problemi».

Oggi Adelmo Bellotti sostiene il percorso politico e istituzionale del nipote Nickolas nella Giunta di centrosinistra guidata da Marika Bugnoli: «Al contrario di Papa Francesco, dico che i giovani devono seguire la politica e non dev’essere la politica a seguire i giovani. C’è bisogno di una nuova classe dirigente - chiarisce Adelmo Bellotti -; per Goro ci sono progetti per le scuole. L’istruzione è fondamentale nel percorso di crescita dei ragazzi, della comunità e del territorio. Le amministrazioni locali, inoltre, devono tenere presente che la popolazione sta invecchiando e che occorrono servizi importanti rivolti a questa fascia di popolazione».

La voce brillante, il piglio deciso, l’inclinazione innata a sognare un futuro migliore fanno di un 82enne che è la memoria storica di Goro un giovane nello spirito, che ha ancora tanto da offrire, in termini di conoscenza, esperienza e autentica passione per la politica.l

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