Ferrara &Egrave; di qualche anno fa il fortunato film “Quo vado” in cui Checco Zalone accettava qualsiasi condizione di lavoro pur di mantenere il posto fisso. Mentre il successo del film cresceva, per&ograve;, il feticcio sul quale si basa la narrazione veniva lentamente ma inesorabilmente eroso dalle scelte dei lavoratori, soprattutto giovani, anche ferraresi. Lo dimostrano in maniera eloquente i dati della serie storica delle dimissioni volontarie che mostrano una crescita lenta ma costante, con l’unica eccezione del primo anno di pandemia, con un balzo in avanti significativo nel 2021 e nei primi mesi del 2022. E Ferrara, considerato da sempre un mercato del lavoro poco dinamico, ha visto aumentare di oltre il 50% le dimissioni in appena otto anni, in linea con l’andamento nazionale anche se un po’ al di sotto della media emiliana. A lasciare il lavoro sono soprattutto i giovani e in genere gli under 50, tra le motivazioni ci sono maggiori guadagni ma anche scelte personali: &laquo;Certo il reddito di cittadinanza e forse nemmeno la pandemia c’entrano, anche perch&eacute; la tendenza &egrave; in atto da diversi anni&raquo; sottolinea Giuliano Guietti, presidente dell’Ires Emilia Romagna, che ha messo assieme ed analizzato i dati. Dati e confronti Nel 2014 le dimissioni in provincia di Ferrara sono state 6.058, nel 2021 hanno toccato quota 9.450: +56%. Si tratta di un incremento rilevante, superiore anche se di poco a quello nazionale dello stesso periodo (+54,7%) e non lontano dalla media emiliana (+65,3%), tenuta alta dai dati di economie molto pi&ugrave; grandi e dinamiche come quelle di Bologna, Modena, Reggio e Parma. Dopo annate altalenanti, la curva sembra salire in maniera decisa a partire dal 2017 e solo nel 2020, segnato dai lockdown e dallo smart working generalizzato, ha visto una momentanea pausa, a quota 7.135. L’anno dopo c’&egrave; stato un vero boom, e l’andamento dei primi nove mesi del 2022 (7.940 dimissioni) fa ipotizzare lo sfondamento di quota 10mila al 31 dicembre. L’andamento della curva ferrarese, peraltro, &egrave; sovrapponibile a quelle emiliana e italiana. In termini relativi, per&ograve;, la quota di dimissionari ferraresi sul totale degli occupati resta bassa: 6,4%, contro 8,4% di media nazionale e addirittura il 9,2% dell’Emilia. L’analisi &laquo;L’Italia e in ricaduta le nostre zone sembrano adeguarsi ad un andamento che in altri Paesi &egrave; marcato gi&agrave; da molti anni - &egrave; la prima considerazione di Guietti - Le percentuali di crescita delle dimissioni sono maggiori nelle fasce d’et&agrave; over 50, ma solo perch&eacute; l&igrave; si partiva, nel 2014, da valori bassissimi. In valori assoluti infatti i dimissionari dai 30 ai 50 anni sono quasi il doppio (in regione e a livello nazionale pi&ugrave; del doppio) degli over 50&raquo;. Quanto alla percentuale dei dimissionari, il dato pi&ugrave; basso di Ferrara rispetto alla media pu&ograve; essere spiegato &laquo;soprattutto con l’et&agrave; media pi&ugrave; elevata della forza lavoro&raquo;. Le motivazioni L’Ires prende con le pinze i ragionamenti sul lockdown che avrebbe indotto a rivalutare il tempo libero e a ripensare il rapporto con il lavoro, &laquo;la crescita inizia prima del 2020, quindi prima della pandemia. Diciamo che oltre a cercare di migliorare la propria condizione economica - prosegue Guietti - si pensa forse di pi&ugrave; ad un lavoro appagante e meno massacrante&raquo;. Non convince nemmeno il ruolo del reddito di cittadinanza, &laquo;i giovani non sono “divanisti”, il Rdc serve a chi non &egrave; in grado di sostenersi mentre a lasciare il lavoro sono persone con qualifiche spendibili sul mercato, pi&ugrave; “forti”. I ferraresi che lasciano, poi, guardano spesso fuori provincia&raquo;. l &nbsp;

Ferrara &Egrave; di qualche anno fa il fortunato film “Quo vado” in cui Checco Zalone accettava qualsiasi condizione di lavoro pur di mantenere il posto fisso. Mentre il successo del film cresceva, per&ograve;, il feticcio sul quale si basa la narrazione veniva lentamente ma inesorabilmente eroso dalle scelte dei lavoratori, soprattutto giovani, anche ferraresi. Lo dimostrano in maniera...

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Addio posto fisso

Un trend sorprendente: chi abbandona è in crescita del 50%. Guetti (Ires): «I giovani cercano di meglio ma non c’entrano “reddito” e pandemia»

Ferrara

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Ferrara, dimissioni boom: hanno lasciato il lavoro in novemila

Un trend sorprendente: chi abbandona è in crescita del 50%. Guetti (Ires): «I giovani cercano di meglio ma non c’entrano “reddito” e pandemia»

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