Porto Garibaldi, prezzo delle vongole ai minimi storici
Il prezzo delle vongole è crollato e ora gli allevatori chiedono aiuti
Porto Garibaldi Il prezzo delle vongole è crollato. La grossa quantità di prodotto nei mesi scorsi ha spinto qualcuno a “svendere” andando così a sballare i delicati equilibri di un prezioso mercato. Se prima un chilo di vongole veniva pagato 10 euro (al produttore), adesso si arriva a sei con guadagni nettamente inferiori.
Anche perché il novellame, non va dimenticato, è stato invece pagato profumatamente dagli allevatori. «Dobbiamo fare qualcosa», l’appello di Fausto Gianella della coop Le Vele di Goro, tra i primi a lanciare l’allarme. «Quale presidente della cooperativa “La Valle” e di capogruppo della lista civica 2Q20 nel consiglio comunale di Comacchio spiega Filippo Sambi -, sento il dovere di portare ad evidenza pubblica, dei colleghi, degli organi d’informazione e dell’opinione pubblica tutta il problema il calo dei prezzi e le minacce all’eco sistema marino di coltivazione delle vongole allevate. Il progressivo utilizzo di novellame da laboratorio (che è sterile, e quindi non si riproduce in natura) per dare il via all’attività, unitamente all’aumento di tutti i costi gestionali, carburante in primis porta ad un aumento significativo del costo degli investimenti nel settore e la vendita delle vongole di pezzatura commerciale al di sotto di 8 euro/chilo risulta improduttiva».
Sa 4-5 mesi a questa parte gli operatori hanno assistito ad un inspiegabile calo di prezzo, passato dai 9-10 euro al chilo a 6 euro e anche meno. Questo con un costo al consumatore invariato pari a circa euro 20 al chilo.
«Il tutto, in concomitanza con il proliferare di predatori quali, per tutti, il granchio blu e la noce di mare asiatica; crostacei di specie alloctona, detta anche aliena o esotica o introdotta, che stanno decimando le vongole lasciate negli impianti di allevamento in attesa di tempi migliori». Sambi ha dunque chiesto «che il consiglio comunale di Comacchio prenda una posizione forte e che la stessa cosa faccia quello di Goro: c’è bisogno di dare corpo ad un tavolo urgente di confronto con la Regione Emilia-Romagna, istituzione preposta al rilascio e al rinnovo delle concessioni demaniali marittime ed idriche con finalità di pesca e acquacoltura, perché siamo di fronte a una grave emergenza ambientale e del mercato».
A suo giudizio, «il fatto che coesistano in zone geograficamente circoscritte cooperative di dimensioni molto diverse e la mancanza di strumenti di rispetto del ruolo sociale di quelle medio-piccole, che meritano pari dignità, costringe, queste ultime, ad essere ostaggio di chi detiene maggior potere contrattuale e di condizionamento grazie alle più ampie zone in concessione e quindi per la maggior capacità di quantitativi di vongole da immettere sul mercato - conclude -. Manca uno strumento di “riequilibrio”, deputato a creare condizioni di equità che, pur nel rispetto delle dinamiche del libero mercato, tuteli soggetti deboli, di modo che essi non possano in alcun modo essere condizionati da chi viene a trovarsi in posizione dominante all’interno di questo mercato».