La Nuova Ferrara

Ferrara

Sanità

Cento, con "See and Treat" decine di pazienti curati nell’ambulatorio rapido

Alessandra Mura
Cento, con "See and Treat" decine di pazienti curati nell’ambulatorio rapido

A Cento e al Delta la sperimentazione per evitare il pronto soccorso ai casi lievi L’attesa massima è 60 minuti contro le normali 5 ore per i codici bianchi e verdi

5 MINUTI DI LETTURA





Cento La reazione più comune è lo stupore. Pazienti già rassegnati a trascorrere ore e ore di attesa al pronto soccorso, quasi non ci credono quando il loro turno arriva poco dopo il loro ingresso all’ospedale e possono tornare a casa trascorsi al massimo sessanta minuti.

Dal 19 dicembre sono aperti a Cento e al Delta gli ambulatori See and Treat che hanno il compito di trattare i pazienti a bassa complessità (codici bianchi e verdi) con il duplice obiettivo di accorciare i tempi di attesa per i casi “minori” e di consentire al personale del pronto soccorso di concentrarsi esclusivamente sui pazienti più gravi.

Il servizio è stato avviato con una sperimentazione di sei mesi, e a oggi a Cento sono passati per l’ambulatorio See and Treat quaranta casi, mentre a Lagosanto, logisticamente penalizzato dai lavori in corso, il bilancio arriva a 30. Il piano dell’azienda Usl per alleggerire il carico dei pronto soccorso include anche l’attivazione, dal 17 ottobre sempre al Santissima Annunziata e al Delta, del Fast track ortopedico: al triage vengono individuati i pazienti con determinate caratteristiche di tipo ortopedico a bassa complessità e, senza passare per il pronto soccorso, vengono inviati direttamente all’ambulatorio ortopedico, che chiude il percorso. Qui i numeri sono già importanti: al 31 gennaio sono stati gestiti 208 casi a Cento e 255 al Delta.

Nella stessa direzione va anche l’analisi sui “frequently users”, pazienti con più di quattro ingressi annui al pronto soccorso: ne sono stati individuati 80 e reindirizzati agli infermieri di comunità.

Entrambi i servizi - See and Treat e Fast Track ortopedico - sono partiti da poco «ma la risposta è già stata molto positiva – spiega Erika Salvioli, responsabile infermieristica dei tre pronto soccorso territoriali (oltre a Cento e Lagosanto, anche Argenta) – Il tempo medio di permanenza nell’ambulatorio See and Treat è inferiore o uguale ai 60 minuti, contro le 4-5 ore di attesa medie per i codici bianchi e verdi al pronto soccorso».

Non ancora quantificabile, ma già percepibile, l’impatto sul pronto soccorso di Cento, che l’anno scorso ha registrato poco meno di 22mila ingressi, conclusi nel 12 per cento con il ricovero: «Con questi due nuovi servizi – spiega Marika Colombi, responsabile della direzione infermieristica e tecnica Asl – il pronto soccorso ha avvertito un miglioramento, tenendo comunque presente che nei pronto soccorso territoriali non c’è boarding (l’attesa di un posto letto in reparto dopo la decisione di ricovero) a differenza di Cona e che tutto deve essere calibrato anche sulla base dei picchi stagionali, come avviene ad esempio per l’influenza». Per testare il gradimento del See and Treat da parte degli utenti, tra pochi giorni saranno distribuite apposite cartoline da compilare e consegnare all’uscita, secondo un progetto concordato con l’Ufficio qualità dell’azienda: «Si tratta in ogni caso di un cambiamento culturale – prosegue Colombi – sia per i pazienti che per i professionisti».

I casi più frequenti “dirottati” all’ambulatorio See and Treat , interviene Daniele Cariani, primario del pronto soccorso di Cento, «sono ferite che non necessitano di punti di sutura, come tagli e abrasioni, corpi estranei nell’occhio, congiuntiviti, epistassi (sangue dal naso) e presidi medici da risistemare, come cateteri vescicali. Anche qui va considerata la stagionalità, in estate a esempio saranno molto frequenti i casi di punture di insetti».

Protocolli A regolare i criteri per indirizzare i pazienti al See and Treat ci sono 24 protocolli per altrettanti quadri clinici, più tre protocolli trasversali, ossia dolore, terapia antibiotica e antitetanica, trattamenti che possono interessare appunto più problematiche. C’è tanta attenzione, sottolinea ancora Colombi, all’appropriatezza, attraverso «l’analisi della concordanza tra codice di entrata e quello di uscita, e a oggi nessun paziente che era stato classificato come caso da indirizzare all’ambulatorio See and Treat è stato riportato di nuovo al Pronto soccorso».

La casista comunque è in evoluzione: in Toscana, la regione italiana apripista nell’applicare il modello internazionale See and Treat, i protocolli clinici sono già arrivati a 60 e quest’anno sono già in programma i relativi corsi di formazione per i nuovi protocolli.

Ma se il See and Treat può contare su tempi brevi di presa in carico e trattamento del paziente, per meglio gestire l’attesa in pronto soccorso è stata introdotta la figura del Flow manager, un infermiere che ha seguito una formazione specifica ed è presente H12 in tutti e tre i Ps territoriali: tre a Cento, tre al Delta e due ad Argenta.

«Il suo compito – spiega Erika Salvioli – è gestire il flusso dei pazienti dall’ingresso in pronto soccorso all’uscita, che si tratti di dimissioni o di ricovero. A differenza dei professionisti che stanno trattando il paziente in ambulatorio, il Flow manager ha una visione globale e può intervenire fin dalla sala di attesa per agganciare il percorso giusto, o successivamente per una rivalutazione». Ma il Flow manager, continua, ha anche un’altra funzione, non meno richiesta: «I Flow manager sono sempre gli stessi, e diventano un punto di riferimento per i pazienti più fragili e difficili, ma anche per i loro famigliari. Spesso l’aspetto più pesante per chi è costretto a una lunga attesa è la mancanza di informazioni, che porta a sentirsi abbandonati. Sta proprio al Flow manager rapportarsi con loro per fornire quella rassicurazione spiegando magari i motivi di quella lunga attesa».l