Teleriscaldamento «Tanti vincoli ma uscire resta possibile»
Lo specialista: «Più convenienti altri servizi»
Ferrara «Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate». Il teleriscaldamento è stato la porta d’ingresso per portare nelle abitazioni private, nelle aziende e negli uffici pubblici il calore naturale nascosto nei fluidi del sottosuolo. Una volta entrati, però, resta difficile trovare la porta d’uscita perché certe volte non c’è o non è facilmente accessibile. Il servizio, cioè, rischia di trasformarsi in una palude con un fondale di sabbie mobili. A confermarlo è un ingegnere ferrarese esperto nella gestione dell’energia che chiede di restare anonimo («A Ferrara ci si conosce tutti e io lavoro per grandi e piccoli»). È lui a spiegare dove si trovano alcuni nodi che rendono più complesso il distacco dal calore geotermico.
L’impressione, sempre più giustificata dalle proteste degli utenti (per i costi iperbolici) e dalle poco convincenti rassicurazioni fornite da Hera (che a Ferrara sulla geotermia agisce in condizione di monopolio) è che essere allacciati oggi i garantisca sostanziosi vantaggi al fornitore del servizio a tutto danno di chi riceve la bolletta. Il teleriscaldamento è conosciuto come calore “green” e rispettoso dell’ambiente: proprio sotto questa veste viene positivamente valutato nella prospettiva del progressivo abbandono di fonti energetiche che rilasciano gas serra nell’atmosfera. A Ferrara oggi collega 25mila abitazioni attraverso una rete di condotte lunga 160 km, mentre Hera conta presto di raddoppiare l’energia prelevata dai pozzi di Casaglia grazie ai fondi del Pnrr.
Da un anno a questa parte questo aspetto, a Ferrara, ha iniziato a slittare in secondo piano mentre sta montando la protesta per i costi insostenibili a carico di famiglie e imprese.
«Le normative, anche regionali, tendono a tutelare questa fonte energetica e impongono di prevedere la possibilità di allaccio per le nuove abitazioni che distano fino a mille metri da una rete di teleriscaldamento», spiega l’ingegnere. «Ma oggi sulla convenienza economica di questo servizio i dubbi sono tutti leciti – aggiunge – anzi, si può dire che per l’utente finale non è certo un affare».
L’investimento effettuato dalla società che ha creato la rete «comporta l’applicazione di costi fissi. Da considerare anche il mancato riconoscimento dei benefici fiscali, che non sono autorizzati per i lavori di passaggio ad un’altra fonte energetica, tranne che nel caso di cessazione del servizio».
Ma a quali condizioni si può cambiare fonte di energia? «Innanzitutto, bisogna verificare cosa dice il contratto, se ci si può staccare e con quali scadenze – prosegue il professionista – Non esiste, quindi, in generale l’impossibilità da parte di un condominio di uscire. Neanche per l’utente inserito in un condominio che, però, dovrà comunque continuare a pagare una quota importante dei costi fissi del servizio, che vengono condivisi (fino al 40-50%). Inoltre deve preventivamente valutare se quella scelta può comportare problemi all’impianto condominiale». Se è l’intero condominio a isolarsi dalla rete il fornitore preleva lo scambiatore e lascia libero il vano che può essere riutilizzato per installare l’erogatore della nuova fonte. Occorre però valutare se il locale ha i requisiti per ospitarlo. «Il problema, a Ferrara, è che non si capisce come viene composta la tariffa – commenta l’ingegnere – Le lamentele sono assolutamente fondate e, tenendo conto dell’andamento anche recente dei mercati dell’energia, risulta chiaro che la speculazione ha un ruolo importante in questi rincari apparentemente inspiegabili, come è avvenuto anche con il pellet».
Per risparmiare si può calibrare meglio la potenza dello scambiatore, ma si tratta di pannicelli caldi, conclude l’ingegnere, se – come è avvenuto – la tariffa «di un cliente dal 2019 al 2021 è salita da 0,07 euro per kwh a 0,11 nel 2021 e a 0,26 del 2022 (alcuni condomìni hanno ricevuto le prime bollette del 2023 con una tariffa di 0,39, ndr). Un mio cliente ha appena deciso di staccarsi. Chi lo fa dovrebbe pensare non solo all’immediato, ma anche al futuro (coibentazione degli ambienti, fotovoltaico, pompe di calore etc.)». l
Gi.Ca.
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