Ferrara, nessuna sentenza per Lodi sul “caso Cidas”: il giudice restituisce gli atti al pm
Il giudice dell’udienza preliminare restituisce gli atti alla procura indicando la modifica dell’imputazione da concussione a induzione indebita a dare o promettere utilità
«Induzione indebita a dare o promettere utilità». Recita così la rubrica dell’articolo 319 quater del codice penale, introdotto nel 2012 per punire «il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità».
È questo il reato che la procura dovrebbe indicare nell’imputazione a carico di Nicola Lodi ed è per questo che il gup Danilo Russo ha restituito gli atti al pm, affinché modifichi l’imputazione, al termine di oltre un’ora di camera di consiglio a chiusura del rito abbreviato sul “caso Cidas”, che vedeva il vicesindaco di Ferrara accusato di concussione e per cui si attendeva una sentenza di condanna o di assoluzione.
A novembre il pm Ciro Alberto Savino aveva chiesto la condanna a 2 anni e 8 mesi, ipotizzando una concussione «per interposta persona», ovvero realizzata non in maniera diretta da Lodi, ma per il tramite di un terzo “costretto” ad agire nella direzione indicata dall’amministratore comunale per evitare un danno alla sua società.
La vicenda riguarda la richiesta fatta da Lodi nel maggio 2020, tramite l’e-mail istituzionale, al presidente della cooperativa Cidas di rimuovere un dipendente della coop dalla sua mansione per via delle offese che questo gli aveva rivolto su Facebook. Il tutto giustificato come «necessario per mantenere sereni rapporti collaborativi con la vostra cooperativa e che vogliamo non vengano meno per colpa di una persona di questo genere».
Il dipendente, Daniel Servelli, costituitosi parte civile nel processo, subì delle conseguenze disciplinari, anche se più lievi rispetto a quelle richieste da Lodi.
La difesa del vicesindaco ha sempre negato la volontà e la possibilità stessa di Lodi di esercitare pressioni sulla cooperativa e di poter influire sui suoi rapporti con l’amministrazione comunale. Va però detto che sia in una diretta Facebook, sia al pm, Lodi riferì che quando un dirigente gli aveva fatto presente che il contratto con Cidas era in scadenza e gli aveva chiesto cosa fare, lui stesso diede il via libera per la proroga.
(foto di Filippo Rubin)