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Ferrara, i progettisti affossano il “nuovo Feris”. E valutano azioni legali

Giovanna Corrieri
Ferrara, i progettisti affossano il “nuovo Feris”. E valutano azioni legali

ArCo: «Sono stati ignorati i nostri investimenti e gli obblighi già presi con terzi. Ora viene meno l’equilibrio economico-finanziario e soprattutto la fiducia»

01 marzo 2023
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Ferrara Mentre ArCo Lavori, il privato che ha sviluppato il progetto Feris, sta valutando con i legali possibili profili di tutela dopo la sortita dell’amministrazione in Consiglio, con Giunta e intera maggioranza che in nome dell’ascolto dei cittadini (ma senza più badare al privato) hanno appoggiato e fatto propria la mozione di Ferrara Nostra con lo stralcio da Feris del superstore in via Caldirolo (che non è l’unica modifica, ma la più impattante), tutto in pratica naufraga definitivamente. Per il privato, che ha assistito basito alla manovra dell’amministrazione l’altra sera in Consiglio, non esiste infatti nessun Nuovo Feris: «Le modifiche hanno fatto venire meno l’equilibrio economico finanziario, e comunque è stata minata la fiducia», dice il responsabile del progetto, Marco Da Dalto.

«È una storia triste: la disamina più lucida e corretta di quanto è successo l’ha fatta bene lo stesso consigliere Maresca che l’altra sera ha detto, “vince il No Feris e l’amministrazione boccia ciò che lei stessa aveva in precedenza approvato”. Ne prendiamo atto, non possiamo fare altro, e abbiamo rispetto delle istituzioni – è sempre Da Dalto a parlare – Ci dispiace però che le ultime modifiche al progetto Feris non siano mai state presentate al Consiglio: le avevamo inviate via Pec al Comune con preghiera di diffusione. Dopo un mese senza risposte abbiamo comunicato le novità alla stampa, specificando che il Comune stava valutando le modifiche. Ha comunque ragione la consigliera Savini, che ha lamentato come fosse il privato a raccontare il progetto senza che prima ne fossero informati i consiglieri. Ma noi abbiamo sempre proceduto correttamente e senza voler prevaricare o non rispettare i ruoli. Ora non possiamo che prendere atto di quanto successo ma valuteremo se ci sono possibili profili di tutela, perché ciò che nessuno ha evidenziato nell’ultima seduta del Consiglio comunale e che a seguito dell’approvazione del progetto a luglio da parte dell’amministrazione ArCo ha assunto obblighi verso terzi e fatto importanti investimenti».

Per ora peraltro sembra difficile immaginare una concreta revisione del progetto. L’assessore Alessandro Balboni dopo il voto ha affermato «abbiamo immaginato un Nuovo Feris» e «il documento discusso in Consiglio rappresenta un passo avanti che dà un nuovo impulso al progetto».

«È stato eliminato il motore del progetto – è la replica di Da Dalto – e così si perde l’equilibrio economico-finanziario. Questo progetto stava in piedi tutto insieme, una volta tolto il pezzo sostanziale poi zoppica: lo studentato e gli altri servizi compresi in Feris sono progetti a bassissima reddittività. Ora non ci saranno per diverso tempo né più alloggi per studenti né più posti di lavoro. Ci dispiace per la città da un punto di vista imprenditoriale: evidentemente il pensiero di pochi, perché i comitati che si sono formati non rappresentano l’intera totalità della popolazione, vale il pensiero della maggioranza. Ci dispiace di non aver potuto raccontare gli investimenti fatti e che miglioravano il progetto; dispiace che il Consiglio non ne sapesse nulla, e dispiace anche per come siamo stati raffigurati: sembravamo dei mostri arrivati da Marte per distruggere Ferrara. Siamo stati trattati male ma rispettiamo le scelte. Rimaniamo spiazzati perché non sono stati considerati per niente gli investimenti del privato: non ci resta che raccogliere i cocci».

E ora da parte del privato c’è in pratica un passo indietro: il piano economico è venuto meno ma soprattutto è venuta meno appunto la fiducia nel contesto di riferimento: «Poi ci si chiede perché gli investitori non vengano in Italia: in un contesto già molto complicato spesso non c’è certezza dei tempi, della tassazione e si fanno leggi retroattive. Con questa scelta è stato minato l’elemento fondante del rapporto, che è la fiducia. Ha vinto chi diceva No a tutto, perché almeno nel medio e lungo termine non si farà nulla».

Incognite Nell’ultima versione del progetto Feris ArCo aveva inserito nell’intervento cinque aree: l’ex Caserma Pozzuolo del Friuli e l’ex Cavallerizza di via Scandiana da trasformare in un campus universitario; l’area di via Volano da adibire a parco pubblico e in minima parte a parcheggi privati afferenti lo studentato e la nuova Sala Congressi; due aree in via Caldirolo, per un parco pubblico e una struttura commerciale, e via Contardo d’Este, che avrebbe dovuto arricchirsi di un ulteriore parco attrezzato con play ground e un centro sportivo outdoor volto al miglioramento dell’attrattività del territorio e all’aumento dell’offerta sportiva; c’era anche l’area “ex Amga” di via Bologna, per servizi di vicinato aggregati, parcheggio e verde pubblico. La mozione ha modificato il progetto stralciando l’area commerciale di via Caldirolo; c’era anche l’impegno a valutare il recupero dell’ex caserma dopo aver visto le ricerche archeologiche; ad attivarsi con Unife per alloggi a canone calmierato; a cancellare ogni ipotesi di parcheggio scambiatore in via Volano, da trasformare dopo la bonifica da amianto in un’area verde pubblica; a valutare proposte dei civici; a trasformare via Caldirolo in area a Parco Urbano. «Resta centrale la collaborazione tra pubblico e privato che porterà investimenti mai visti prima a Ferrara con benefici importanti per l’Università e i suoi studenti», ha detto Balboni. L’unica incognita sembrava essere fino a ieri la ricerca di un’area alternativa dove poter collocare l’attività commerciale che è appunto il cuore di tutta l’operazione, dal punto di vista economico-finanziario. Ma la situazione ora, almeno per il privato, pare essersi arenata.