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A Ferrara è piaga lavoro nero: «Unica soluzione»

Andrea Ghezzi
A Ferrara è piaga lavoro nero: «Unica soluzione»

Gli studenti del Vergani spiegano come funziona «Paga migliore, ma non è colpa delle imprese»

03 marzo 2023
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Il mondo del lavoro, una realtà che fra poco tempo io e miei coetanei saremo costretti ad affrontare. Nella realtà del lavoro è ben noto il problema di quello irregolare e, avendo già avuto l’opportunità di lavorare in diversi ristoranti sia come cameriere che come cuoco mi sono posto delle domande; quanti dipendenti erano in regola? Quanti invece erano in nero?

Mi sono anche chiesto se io fossi disposto a lavorare in nero: perché dovrei rischiare per lavorare? Ho fatto delle ricerche spinto dalla curiosità e i dati che ho trovato mi hanno fatto rimanere a bocca aperta, solamente nel settore alberghiero il tasso di irregolarità sui lavoratori occupati è del 15,3% per un totale di circa 230.000 persone. Ho quindi pensato di fare una piccola indagine di confronto con degli studenti di una classe quinta dell’istituto Orio Vergani per scoprire la loro opinione.

Quanti di voi lavorano attualmente?

7 su 13 presenti alzano la mano.

Quanti di voi sono in regola?

«Francesco alza la mano».

Che tipo di contratto hai?

Francesco: «Ho un contratto part time, dovrei lavorare 16 ore a settimana ma mi pagano fuori busta per farne 6/7 in più».

Con il contratto in regola quanto ti pagano all’ora?

«Mi pagano 5 euro all’ora e circa il doppio per le ore fuori busta».

Per i ragazzi che lavorano in nero, quante ore lavorate a settimana?

«Lavoriamo nel weekend, circa 20/25 ore, 12 al giorno».

Quanto vi pagano all’ora?

«8-10 euro per ora di lavoro svolto».

Vi è mai capitato di incorrere in un controllo mentre stavate lavorando?

«Sì, è capitato a tutti almeno una volta».

E come ne siete usciti?

«Dipende, è capitato di dire che i nostri genitori erano amici del proprietario e che noi eravamo lì per capire se la cucina fosse un lavoro che ci piacesse o meno, altre volte qualcuno avverte il titolare che stanno facendo controlli nella zona e si ha il tempo di andarsene dal locale. La maggior parte dei controlli arriva dopo una qualche segnalazione, se vengono è perché sanno che qualcuno non è in regola».

Quindi per evitare i controlli o vi nascondete o abbozzate qualche scusa, giusto?

«Sì, esatto».

Pensate che il gioco valga la candela?

«Sì, il gioco vale la candela, la differenza di retribuzione se lavorassimo in regola sarebbe esorbitante».

I “contratti” in nero permettono un avanzamento di carriera con relativo incremento della retribuzione?

«Sì, in 6 mesi la maggioranza dei lavoratori passa dal prendere 7-8 euro al prenderne anche 12 all’ora»

Se aveste la possibilità di guadagnare la stessa somma ma lavorando in regola accettereste?

«Sì, senza alcuna esitazione, nessuno vuole lavorare in nero ma abbiamo bisogno di soldi».

Sapete che lavorando in nero create un debito e che quel debito, dovrà essere saldato dagli altri cittadini?

«Si, speriamo nella comprensione delle altre persone, noi lavoriamo per aiutare le nostre famiglie per quanto ci è possibile».

Nel breve termine vi vedete a lavorare in regola o in nero?

«In regola».

Secondo voi come si può risolvere il problema del nero?

«Alzando gli stipendi dei contratti in regola, è eccessiva la differenza fra i due tipi di retribuzione. I giovani non pensano alla pensione, vogliamo i soldi in tasca la sera stessa».

Vi rendete conto che siete voi ad avere il coltello dalla parte del manico e non il datore di lavoro?

«Certamente, ma comprendiamo che i nostri datori di lavoro, se anche volessero metterci in regola non ne avrebbero le possibilità. Per uno stipendio netto di 1200 euro al mese il nostro principale ne paga 2400, come ci si aspetta che l’imprenditore che decida di aprire un’azienda possa rimanere a galla in queste condizioni?».

Chi ritenete responsabile di tutto ciò?

«Lo Stato. I nostri rappresentanti pare che si preoccupino solo di chi ha i soldi e non di quei piccoli imprenditori locali che amano la loro terra e non vogliono scappare all’estero come hanno fatto in molti».

Quanti di voi vorrebbero andare in futuro a lavorare all’estero?

7 persone su 13 presenti alzano la mano.l

Andrea Ghezzi 4C

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