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Lo chef: «Anche io ero sceso a compromessi. Adesso dico che non ne vale proprio la pena»

Lo chef: «Anche io ero sceso a compromessi. Adesso dico che non ne vale proprio la pena»

«È un problema storico, con il tempo ti danno più soldi, ma ci perdiamo tutti come italiani»

03 marzo 2023
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Dopo aver parlato con i miei coetanei sono voluto risalire ad uno chef (la foto è d'archivio) con cui ho avuto modo di lavorare. Il mio obiettivo era quello di scoprire il suo punto di vista riguardo al lavoro e alle proposte di impiego irregolare. Volevo capire se il suo punto di vista era simile a quello dei ragazzi.

Da quanti anni è che lavora in cucina?

«Sono 24 anni che lavoro, ho iniziato da giovane».

Attualmente lei lavora con un contratto in regola?

«Sì, sono in regola».

Quanto guadagna all’ora?

«Oddio…dovrei fare dei conti, guadagno circa 20 euro per ora di lavoro svolta».

Quando ha iniziato a lavorare era in regola?

«Certo che no, nel 98 avevo 16 e lavoravo in nero».

Quale è la sua opinione riguardante il lavoro in nero?

«È un brutto male, una piaga dello Stato italiano e porta problemi sia a chi assume che a chi accetta di lavorare in nero».

Quando lavorava in nero le è mai capitato di incorrere in un qualche controllo?

«Mai, di norma avvisano che sta per esserci un controllo e si ha il tempo di correre ai ripari».

Ha mai ricevuto un aumento di retribuzione mentre lavorava in nero?

«Sì, in alcuni posti in cui ho lavorato ho ricevuto degli aumenti».

Secondo lei di chi è la colpa di una simile diffusione del lavoro sommerso nel nostro paese?

«Sono tutti responsabili, cittadini e Stato hanno la medesima colpa».

Che cosa intende?

«Per spiegarmi meglio: i cittadini non pagano con la scusa delle tasse troppo elevate e lo Stato è costretto ad alzare le stesse a causa dell’esorbitante numero di evasori fiscali, in qualche modo devono coprire questi buchi. Ci stiamo mordendo la coda da soli».

Cosa si può fare per risolvere questo problema?

«Per risolvere il problema bisognerebbe cambiare la mentalità della gente, devono capire che ci stiamo facendo del male da soli».

Ha qualche consiglio per i ragazzi che stanno per entrare nel mondo del lavoro?

«Dovete imporvi con i vostri datori di lavoro, ditegli che non volete lavorare con un disonesto, meglio prendere 100 euro in meno ma evitare dei problemi in futuro. Lavorando in nero fate un male a voi stessi, pensate anche solo alla pensione, lavorate una vita e quando finalmente potreste godervi la vecchiaia vi ritrovate a prendere il minimo statale non riuscendo neache ad arrivare a fine mese. I tempi sono cambiati, non dovete avere paura di rimanere senza lavoro».l

Andrea Ghezzi 4C

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