Ferrara, Covid nelle case di riposo: «Grazie ai pm che non hanno archiviato»
I familiari: il caso di Ferrara come Bergamo e Milano, noi andremo fino in fondo
Ferrara «Vogliamo giustizia», la chiedono dal dicembre 2020 e poi ancora nei mesi a seguire, gennaio, febbraio, marzo 2021, quando dopo la seconda e terza ondata Covid, le più micidiali, i loro familiari (genitori perlopiù anziani) morirono in successione, uno dopo l’altro: da qui l’inchiesta che hanno sollecitato, che vede oggi sei indagati, tra gestori e responsabili residenze Caterina e Paradiso. Letizia Caselli da allora è in prima fila tra i familiari delle denunce: lo ha fatto anche ieri, ringraziando prima di tutto la procura di Ferrara, perché «questa procura, debbo dirlo senza alcuna piaggeria ma estrema onestà, ha portato avanti questa indagine senza archiviare, quando la cosa più facile era proprio archiviare, citare documento Oms e dire è accaduto perché doveva accadere, è stata una cosa imprevista, non conosciuta scientificamente».
Ma, ribadisce la Caselli, come molti hanno fatto: «questo poteva valere per la prima ondata ma noi siano già nella terza, quindi quanto è accaduto, a nostro avviso, è gravissimo». E adesso si discute se e come proseguirla l’indagine: «Noi ci aspettiamo che dal giudice vengano riconosciute queste proroghe». E ricorda, non a caso, che l’indagine di Ferrara è tra le poche ed è simile a quelle di Bergamo e Milano: «A Bergamo - rammenta Caselli- sono state quattro le proroghe concesse» E adesso si attende la decisione del giudice sul caso Ferrara. «Ma quanto accaduto non riguarda solo il Covid, e le ragioni per cui il Covid si è presentato dentro queste strutture in maniera così forte e pervasiva coinvolgendo anche il personale». Riguarda anche loro stessi, i familiari: «La differenza sta nel fatto che anche in noi c’è stato un cambiamento totale di vita, la nostra è stata travolta come quella dei nostri genitori. E allora come parenti rimaniamo fermi e andremo fin dove necessario anche al Parlamento europeo: si vafino in fondo, la nostra vita non avrebbe senso».
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