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Il processo

Forbici e bottigliate alla compagna, condannato l’ex violento

Forbici e bottigliate alla compagna, condannato l’ex violento

Le vessazioni, la donna viveva in un clima di paura:  lui dovrà scontare due anni e 6 mesi

11 marzo 2023
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Ferrara Usava forbici, coltelli, bottiglie di vetro per farle del male. La percuoteva fino a provocarle delle lesioni da medicare in ospedale. La minacciava di morte. La ricattava, mettendo in mezzo il figlioletto, affinché non frequentasse più le scuole serali.

Maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni erano i reati dei quali un uomo di 41 anni era chiamato ieri a rispondere davanti al tribunale di Ferrara che, con la sentenza della giudice Carlotta Franceschetti, lo ha giudicato responsabile e condannato alla pena di due anni e mezzo di reclusione, nonché al risarcimento dei danni patiti dalla sua ex compagna, costituitasi parte civile e assistita dall’avvocato Gianpaolo Remondi, alla quale è stata riconosciuta una provvisionale di 5mila euro.

I maltrattamenti si sono protratti lungo un ampio lasso temporale, dal 2011 al 2018, con una coda anche nel 2019. Secondo l’accusa, in tutti questi anni la donna è stata costretta a vivere in un costante clima di tensione e paura a causa delle reiterate scenate violente dentro e fuori le mura domestiche.

In un’occasione, che è stata poi quella che ha portato alla rottura definitiva, dopo essere stata picchiata e segregata in casa, la giovane donna (25 anni) è riuscita a liberarsi e a trovare una via di fuga. Lui la ha rincorsa, le ha strappato i vestiti, le ha lanciato contro una bottiglia di vetro. In strada un passante si è frapposto tra i due, la ha protetta e ha chiamato le forze dell’ordine: la fine dell’incubo, la donna è stata portata in una struttura protetta.

Come detto, quell’episodio è stato solo l’ultimo in un rapporto costellato di violenze fisiche, verbali e psicologiche- Come quando l’uomo, per costringerla a non andare alle lezioni delle scuole serali, la ha minacciata di lasciare il figlioletto da solo in casa e di chiamare i servizi sociali. O come quando la ha minacciata di portarle via il figlio nel caso lo avesse denunciato per le violenze.

In un’occasione, le violenze fisiche hanno provocato nella 25enne delle lesioni giudicate guaribili in 10 giorni dai medici. Altre volte, impaurita, aveva evitato di denunciare le violenze del compagno, celando il vero motivo all’origine dei suoi mali, quando si era trovata costretta a dover ricorrere alle cure sanitarie. A poco o nulla sono serviti i tentativi di mediazione portati avanti da alcuni conoscenti, che anzi hanno generato un effetto contrario a quello voluto, dato che l’imputato incolpava la sua compagna per quell’interessamento che lui considerava un indebito immischiarsi nei suoi affari di famiglia.

Dopo aver trovato un riparo sicuro, la giovane ha incrociato di nuovo fisicamente il suo aguzzino in piazza, nel 2019, e anche in quell’occasione l’uomo ha mostrato la sua natura violenta.

La procura (in aula la vpo Anna De Rossi) aveva chiesto per l’uomo una condanna molto più pesante (4 anni di reclusione) di quella stabilita dal giudice. l

Daniele Oppo

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