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Il caso

Accompagnamento e pensione: «Ecco il mio calvario con l’Inps di Ferrara»

Accompagnamento e pensione: «Ecco il mio calvario con l’Inps di Ferrara»

La vicenda di Giulio Cesari che vorrebbe assistere la moglie malata ma finora ha raccolto solo rifiuti

18 marzo 2023
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Ferrara È veramente arrabbiato il signor Giulio Cesari, residente a Correggio, ed anche deluso ed amareggiato. Si sente impotente di fronte al comportamento dell’Inps che gli ha negato la domanda di accompagnamento della moglie invalida dalla nascita ed ora ricoverata all’Hospice dell’Ado di via Veneziani.

«Ma cosa deve avere una persona più di quello che ha mia moglie per ottenere questo benedetto accompagnamento?» si è chiesto durante il lungo, difficile percorso che dal 2019 sta vivendo accanto alla consorte. «Mia moglie che ha solo 57 anni – racconta – è nata invalida, con una paralisi alla parte destra. Nel 2019 le è venuto un tumore maligno per cui è stata operata una prima volta e curata. Purtroppo è peggiorata, costretta a stare a letto, seguita amorevolmente a casa dagli infermieri e medici dell’Ado, persone meravigliose che non smetterò mai di ringraziare». Poi un ulteriore aggravamento ed è a questo punto si innesta il calvario burocratico: «Presento la domanda di accompagnamento e in un primo momento la risposta è di ripetere la visita entro ottobre, di inviare la documentazione – ben visibile sul fascicolo sanitario, che mi chiedo a questo punto a cosa serva – e persino fotocopia della sua carta di identità; ma successivamente arriva il “no” definitivo».

La moglie ne ha già passate tante, prima con i problemi che ha avuto fin dalla nascita, poi con il tumore; è stata ricoverata più volte al Sant’Orsola di Bologna, curata a domicilio dall’Ado, presso l’Hospice di Codigoro ed ora a Ferrara.

Giulio la assiste e per questo ha chiesto un congedo straordinario di un anno e mezzo, giusto il tempo per arrivare alla pensione che gli spetta per aver maturato oltre 40 anni di contributi; ma ora è esasperato per la tensione di un’assistenza che si fa sempre più pesante e per vedere rifiutati i diritti ad una paziente grave come sua moglie. «Le dico sinceramente che questo rifiuto è per noi una questione di principio. Mi hanno fatto impazzire con la procedura e poi nessun risultato. Poi ogni volta si pagano 60 euro al medico di base perché faccia il certificato, che ora non basta più perché vogliono anche quello rilasciato dall’Ado. A tutto questo devo aggiungere anche la mia posizione di assicurato Inps. Sono stato solerte quando ho chiesto l’aspettativa, nell’avviare le pratiche per la pensione ma a distanza di un anno e mezzo ancora non ho ricevuto nulla». Qualcosa sembra essersi smosso quando l’uomo ha «telefonato a Roma» e «solo allora mi hanno chiamato dicendo che stanno provvedendo; intanto sono tre mesi che non percepisco un soldo. Per fortuna ho la liquidazione. Non ho forse ragione ad essere arrabbiato ed a denunciare una situazione che ha dell’inverosimile?».l

Margherita Goberti

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