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Cantiere infinito

Madonna Boschi, il cantiere post sisma langue

Fabio Terminali
Madonna Boschi, il cantiere post sisma langue

I lavori di ristrutturazione della chiesa sono stati lasciati a metà. Secondo il programma della Diocesi sarebbero dovuti essere terminati tre anni fa

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Madonna Boschi I fedeli si chiedono quando potranno pregare di nuovo nella loro chiesa. C’è anche una vera potenza in paese, la Pro Loco, quella della celeberrima salamina al cucchiaio, a porre la domanda che è sulla bocca di tutti: che fine ha fatto il cantiere post terremoto, a quasi undici anni dalle scosse che danneggiarono anche il piccolo edificio religioso dedicata alla Beata Vergine dei Boschi?

La certezza è che la chiesa parrocchiale (retta da don Giacono Falco Brini, il vicario è don Christian Piva) langue in uno stato di sostanziale abbandono. All’interno dell’area transennata di piazza Saffi si notano materiali di cantiere sparsi a terra e persino del muschio che cresce, indizio che qui nessuno calpesta il suolo da tempo. Peccato che l’intervento di riparazione e rafforzamento locale delle strutture avrebbe dovuto essere terminato il 18 marzo. Sì, il 18 marzo: ma non ieri, quello di tre anni fa.

E dire che quando i lavori furono presentati ufficialmente alla comunità ci fu un grande e comprensibile giubilo. Era il marzo del 2019. «Si parte con i lavori – disse don Stefano Zanella, direttore dell’ufficio della Diocesi di Ferrara-Comacchio che segue le pratiche della ricostruzione post terremoto – e il cronoprogramma prevede di ultimare l’intervento in 360 giorni. Ci sono i presupposti per sperare di celebrare la Pasqua 2020 nella chiesa rimessa completamente a nuovo. Sarà totalmente antisismica nel rispetto delle norme vigenti ed entrate in vigore dopo il terremoto del 2012. L’iter burocratico è stato lungo ma siamo arrivati alla conclusione e, a giorni, ci sarà l’apertura del cantiere».

Dopo una messa in sicurezza del campanile a pochi mesi dal terremoto, l progetto di ristrutturazione venne accolto dalla Regione che aveva poi concesso un contributo di 598mila euro. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto fu, in qualità di capofila, la ditta Centauro Costruzioni di Bolzano. Qualche lavoro in effetti è stato effettuato, ma il più resta ancora da fare. Rimane tuttora da chiarire quel che sarà. Intanto la comunità di fedeli continua a celebrare le funzioni nel teatrino parrocchiale vicino alla chiesetta, costruita nel Seicento nell’area in cui esisteva un piccolo oratorio.

In questi giorni c’è anche chi ha ricordato lo sforzo dei volontari che prima del terremoto, nell’estate del 2011, ripulirono e ritinteggiarono la facciata con i colori originali, giallo e rosso mattone. Poi le terribili scosse e questo silenzio che il simbolo della comunità non merita. l