Ferrara, rallenta il “made in Fe”
In frenata la crescita nel 2023 (+0,8%), bene l’export e le costruzioni. Il mercato del lavoro è in sofferenza: disoccupati all’8,1%, meno posti
Ferrara Bilancio del 2022 ancora positivo per l’economia ferrarese, ma per il primo trimestre 2023 le aspettative delle imprese virano verso il basso. Questa è l’indicazione di fondo emersa ieri mattina alla presentazione dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio. I numeri, illustrati da Guido Caselli, direttore del centro Studi di Unioncamere Emilia Romagna, descrivono l’andamento di un’economia condizionata dall’inflazione (8,3%, in linea con le medie), che apre uno scenario pieno di incognite e prelude a una frenata nel 2023. Prometeia stima, per la provincia, un valore aggiunto 2023 a +0,8%, escludendo, al momento, il rischio di una recessione, ma nell’ultimo trimestre del 2022 la produzione fa segnare un +0,9%, quando invece il recupero dell’attività era stato a due cifre. I dati annuali dell’export ferrarese (fonte Istat) superano i 2,8 miliardi di euro ed evidenziano ancora un aumento importante (+12,9%), con variazioni positive per la maggior parte delle destinazioni e dei prodotti: bisogna però considerare l’aumento dei prezzi.
Il saldo iscrizioni/cessazioni l’anno scorso è stato +63, il numero dei protesti è calato del 3%(1.011) con 280 scioglimenti e liquidazioni volontarie, 26 in meno del 2021.
Per quanto riguarda i settori, cresce a ritmo costante il volume d’affari per le costruzioni, con una variazione media annuale del +6,1% e indicatori più elevati per l’artigianato del settore. Così come crescono, per il secondo anno consecutivo, le vendite nel commercio al dettaglio (+2,1%), grazie alla ripresa registrata negli ultimi due trimestri delle vendite di alimentari e della grande distribuzione. Il settore manifatturiero nel trimestre è a +0,9% con 10,5 settimane di produzione assicurata e 71,3% di utilizzo degli impianti; gli artigiani del settore sono al +1,1% con 6,8 giorni di produzione assicurata e 71,4% di utilizzo degli impianti, in calo la media della produzione.
I crediti bancari alle imprese, indicatori del dinamismo economico (-3,2%), accelerano la contrazione registrata lo scorso trimestre, rallentando così il trend ancora crescente dell’intero anno, mentre tra le famiglie il dato è positivo per il 3,6%.
Quanto al mercato del lavoro, ci sono segnali contrastanti che indicano comunque un indebolimento. La forza lavoro l’anno scorso è diminuita di oltre 2mila unità (-1,5%), a causa soprattutto dell’occupazione femminile, mentre il tasso di disoccupazione sale all’8,1%, dal 7,3% del 2021, comunque inferiore all’8,7% del pre-Covid (Emilia 5%, Italia 8,1%). Sono in calo le ore di cassa integrazione richieste nel corso dell’anno, -36%, un po’ in tutte le tipologie.
«Prezioso – ha sottolineato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – è l’impegno dei componenti l’Osservatorio dell’economia nel mettere a sintesi l’ingente mole di dati raccolti ed elaborati dal nostro Ufficio Studi, la cui conoscenza e diffusione sono indispensabili per analizzare le dinamiche e le modificazioni strutturali in atto nel sistema imprenditoriale locale, fungendo da utile riferimento per le diverse politiche di intervento. In un contesto così complicato qual é quello che stiamo vivendo, quasi miracolosa è la vitalità delle nostre imprese che, nonostante tutto, investono, innovano ed esportano e che, ogni giorno, accettano con coraggio la sfida del mercato. Traggo motivi di fiducia dagli esempi, non marginali, di una volontà che è presente tra i giovani ferraresi di non rassegnarsi, di farsi sentire con forza, di sollecitare politiche che aprano loro nuovi sbocchi. Quanto alla Camera di Commercio – ha concluso Govoni con riferimento alla fusione con Ravenna ormai in dirittura – continueremo a dar valore al volto migliore di un tessuto economico ancora sano e vitale, con uomini e donne che, quotidianamente, reagiscono e si impegnano nelle loro imprese per creare lavoro e benessere». l
S.C.
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