La Nuova Ferrara

Ferrara

La storia

«A 63 anni ricomincio da capo con una gelateria a Ferrara»

«A 63 anni ricomincio da capo con una gelateria a Ferrara»

Dopo la chiusura a Copparo, Gianluca “Gino” Ferrari prova a ripartire nel capoluogo

01 aprile 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Ricominciare da capo, a 63 anni, quando le forze e l’entusiasmo non sono più quelle degli inizi. E non per scelta, ma per mancanza di alternative «perché non posso fare diversamente, ci sono costretto». Gianluca Ferrari proprio ieri ha cominciato la sua avventura ferrarese aprendo una gelateria in via Vittorio Veneto, dopo aver chiuso quella di via Garibaldi a Copparo, che aveva gestito per dieci anni. Quando “Il Gelato di Gino” ha abbassato la serranda, molti copparesi hanno inondato i social con parole di rammarico, rimpianto e solidarietà, ma l’affetto non è bastato a salvare un’attività che, in quella sede, non era più sostenibile.

«Ogni anno c’era qualcosa di meno - ci dice -, per molto tempo le cose erano andate bene, anche perché lavoravo parecchio con i paesi attorno a Copparo, realizzando anche confezioni, e questo giro di affari era in grado di tenere in piedi l’attività. Poi ho visto cambiare la condizione economica del paese, la gente ha cominciato a fare rinunce, ma soprattutto ha cambiato le sue abitudini».

Anche Gianluca, come i suoi colleghi commercianti, parla di una Copparo sempre più silenziosa, con strade che faticano a riempirsi: «È stato l’effetto del lockdown, le persone hanno perso il gusto a uscire e continuano a preferire rimanere chiuse in casa, soprattutto alla sera». Le prime attività a pagare il prezzo di questa “implosione” sono state proprio quelle dei piaceri non “primari” come i fiori di Martina, e così pure coni e coppette.

E andare avanti, con la gelateria, non è stato più possibile. «Mi ritrovo in questa situazione dopo 42 anni di lavoro. Per otto anni ho fatto il barista al Mosquito sulla Gran Linea, poi ho cominciato a lavorare nella gelateria dei miei genitori, a Jolanda di Savoia, e poi a Porto Tolle e successivamente a Bosco Mesola».

È proprio qui, ricorda Ferrari, che ha incontrato le condizioni migliori: «Anche quelli erano tempi di crisi, ma si avvertivano meno. Ho trovato una comunità viva, con una visione aperta e che ha saputo crescere grazie a varie attività, come l’agricoltura e l’acquacoltura. È stato il periodo migliore». Il trasferimento a Copparo, continua, era stato indotto dalla volontà di passare dal negozio al chiosco «e a Copparo sembrava che ci fosse questa possibilità. Ma quando avevo già chiuso il negozio a Bosco, il permesso per avere un chiosco non era più arrivato, al termine di un iter burocratico lungo e sfiancante. E così mi ero adattato a prendere in affitto un negozio».

Adesso si volta ancora pagina, ma con energie messe a dura prova dalle difficoltà: «Abito a Jolanda di Savoia, e ogni giorno farò il “pendolare” a Ferrara per gestire la gelateria. Dopo 42 anni penso che sia un’indecenza, ma, come ripeto, non avevo altra scelta. Spero che in una realtà più grande come Ferrara ci siano le condizioni giuste per ricominciare. Io ce la sto mettendo tutta».l

Alessandra Mura

© RIPRODUZIONE RISERVATA