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Il caso

Ferrara, Ancescao e La Resistenza ricorrono al Tar contro lo “sfratto” del circolo

Ferrara, Ancescao e La Resistenza ricorrono al Tar contro lo “sfratto” del circolo

L’amarezza dell’associazione dei centri sociali: nessun riconoscimento né risposte del Comune, obbligati alle vie legali. Il circolo: interessi elettorali anteposti all’imparzialità

01 aprile 2023
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Ferrara L’associazione dei centri sociali Ancescao ricorre al Tar contro lo sfratto, per stralcio dalla convenzione comune, del solo centro La Resistenza. Lo hanno reso noto con due note distinte i centri sociali e il circolo sotto sfratto. «A due mesi dalla Delibera di Giunta del Comune di Ferrara e all’immediato invito a lasciare i locali di via Resistenza, Ancescao non ha ricevuto alcuna risposta, alle domande che erano state rivolte all’assessore al Patrimonio nella riunione della Prima Commissione Consigliare del 16 marzo, e nemmeno in merito alla disponibilità di trovare un accordo per l’esecuzione dei lavori di manutenzione all’immobile, sede del Centro Resistenza. Dobbiamo quindi prendere atto – è la motivazione Ancescao – che l’impegno di tanti anni di volontariato della nostra associazione in questa città, fatto di energie, passione ed anche risorse economiche, non trovano riconoscimento da parte dell’Amministrazione Comunale, la quale per ragioni che non ci sono state chiaramente motivate, ci ha costretto a tutelarci legalmente». L’associazione poi sottolinea come La Resistenza rappresenti «la risposta alla domanda di cultura, attività ricreative e solidaristiche concretizzate fra i frequentatori, che per ragioni di ricambio generazionale non sono anziani», e che si lavora per coinvolgere «famiglie, bambini e persone di ogni età».

Ancor più dura la nota di La Resistenza: «I provvedimenti formali adottati fin da subito ci sono apparsi pretestuosi e soprattutto illegittimi. Vogliono fare dei lavori di riqualificazione? Ben vengano. Ma cosa impedisce di fare i lavori e, contemporaneamente, farci proseguire le nostre attività? Non è dato saperlo. Abbiamo persino dato la nostra disponibilità a sospendere temporaneamente la programmazione, ma non abbiamo ricevuto risposta. Peraltro, a differenza di altre associazioni, il Comune non ha nemmeno proposto una soluzione alternativa». Dopo le recenti dichiarazioni del sindaco seguite all’incontro con alcuni residenti, sostengono gli attivisti, «si è avuta la definitiva conferma che questa amministrazione antepone interessi propagandistici elettorali ai principi d’imparzialità, buona fede e trasparenza».