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Ferrara, la delusione studentesca: «Meritocrazia, modello ipocrita»

Stefano Ciervo
Ferrara, la delusione studentesca: «Meritocrazia, modello ipocrita»

Dopo i primi discorsi dal tono istituzionale le parole di Alessandra De Fazio dal palco del Comunale sono scese come pietre nella platea dell’inaugurazione dell’anno accademico. Per la forte critica e per il racconto del suo vissuto personale

04 aprile 2023
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Ferrara «Sono un fallimento, non merito di vivere». Dopo i primi discorsi dal tono istituzionale queste parole dal palco del Comunale sono scese come pietre nella platea dell’inaugurazione dell’anno accademico. Anche perché chi le ha pronunciate, la rappresentante del Consiglio degli studenti di Unife, Alessandra De Fazio, ha subito chiarito che non erano riportate da altri, ma riguardavano lei stessa. «Le ha dovute “subire” mia madre quando ho sbagliato per la seconda volta il test di Medicina: siamo bombardati dal mito della performatività»: di qui è partito un intervento durissimo sulle conseguenze sugli studenti di determinati modelli meritocratici e sulle difficoltà degli studenti a vivere la vita di ateneo, anche a Ferrara.
 

Dentro e fuori De Fazio ha bollato come «ipocrisia» il criterio del merito. Le borse di studio sono «un ricatto, non è giusto tenere tempi più stretti da parte dei più poveri», e il sistema «classista». Le borse di studio e gli studentati che dovrebbero ridurre le disparità? «Accedervi è molto complesso a causa di sbarramenti burocratici, socioeconomici e soprattutto meritocratici. Bisona conseguire risultati eccellenti in periodi di tempi misurati e ristretti» è l’immagine quasi da “Tempi moderni” applicata agli esami di sessione. E il meccanismo «neoliberale» dei fondi premia gli atenei più grandi e performanti, penalizzando quelli più piccoli «considerati improduttivi».

Ce n’è anche per la situazione specifica di Unife. «Una studentessa ci chiede: perché sono costretta a rinunciare a Ferrara a causa della mancanza di una casa e delle discriminazioni del sistema affittuario? Nell’agosto 2022 è stato aumentato un +34% delle abitazioni: il sovraffollamento sommato ad un mercato immobiliare inflazionato e sregolato - è stato il suo affondo - figlio di un assente piano di edilizia pubblica, permette ai privati di lucrare sulla condizione della popolazione studentesca e lavoratrice di tutta Italia, anche di Ferrara. Chiediamo a gran voce che l’intera giunta comunale si assuma l’onere di calendarizzarci come punto di attenzione».

E ce n’è anche per il ministero, per il «diritto all’abitare». La necessità di fare lavori di supporto agli studi viene definito «un sacrificio della nostra vita, il nostro tempo e la nostra socialità». I fuori sede rinunciano ad un doppio domicilio sanitario e al voto.
 

«Ho barattato la mia salute mentale per terminare in tempo gli studi: non ce l’ho fatta» è, questa volta, una citazione per sostenere la richiesta di uno psicologo di base. «Noi cittadini del domani? Una scusa per procrastinare gli errori che voi, cittadini di ieri, avete fatto, e le cui conseguenze noi cittadini di oggi stiamo pagando» ha concluso tra gli applausi.
 

In mattinata, in piazza Municipale, alcuni studenti dell’associazione Link e della sua articolazione arcobaleno (Out!) avevano organizzato un presidio «dimostrativo» per respingere il «modello meritocratico» che sta spingendo «l’Università verso la privatizzazione del sapere e della cultura. Dove lo studente è valutato solo per la sua produttività». Un modello che ha un impatto «importante anche a livello psicologico sullo studente e che ha anche causato gravi patologie e decessi».
 

I dipendenti E una richiesta per un «reale coinvolgimento nelle decisioni di Unife», con tanto di modifica dello statuto per un posto garantito nel Cda e maggior peso nell’elezione del rettore, è arrivato dai dipendenti tecnici e amministrativi. Il rappresentante Massimo Bonora ha aggiunto una critica al «modello organizzativo finora poco partecipativo», proponendo un Patto di fiducia di cui faccia parte anche il lavoro agile. Forti poi i riferimenti al contesto internazionale, con la condanna della guerra e il pensiero alle studentesse di Afghanistan e Iran.  

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