Ferrara

Il caso

Ferrara, atti osceni davanti alla ragazzina e per attirarla finge anche un malore

Daniele Predieri
Ferrara, atti osceni davanti alla ragazzina e per attirarla finge anche un malore

Chiesto un anno di carcere, ma non è più reato: rischia solo la multa

06 aprile 2023
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Ferrara L’aveva attirata vicino a sé con una scusa, simulando di aver un malore, di star male, lì sulla piazzola della strada provinciale tra i due paesi in provincia in cui si svolge il fatto, collegati dal ponte: lui 48 anni, lei 16enne. Lui fuori controllo che abbassa pantaloni e mostra i genitali, lei che si impaurisce e denuncia tutto ai genitori e ai carabinieri.

Ieri il processo dove per lui, il ferrarese quasi 50enne, la procura ha chiesto la condanna ad oltre un anno di reclusione e la sua sorte verrà decisa alla prossima udienza del 20 giugno. Ma non è un esito scontato quello della condanna penale, perché secondo la nuova norma che ha cambiato – di fatto - il reato di atti osceni in luogo pubblico – l’uomo rischia di non avere nessuna conseguenza di tipo penale (condanna) ma solo di essere multato con una sanzione amministrativa.

Questo dice il codice penale, questo dovrà essere valutato dal giudice che ieri mattina si è riservata la decisione proprio perché non facile da adottare. Il motivo?

Eccolo spiegato: il reato di atti osceni in luogo pubblico è ritenuto reato solo se commesso in luoghi frequentati da minori, ossia scuole, oratori, campi estivi e altro; se invece il reato viene commesso in aperta campagna (come accaduto in questo caso), vige una sorta di attenuante, o meglio, si annulla ogni pendenza penale e subentra solo la sanzione amministrativa: in poche parole si pagano dei soldi. E non sussiste nessuna condanna penale. Questo dice il codice e questo ha cercato di far applicare il difensore dell’uomo che, da quanto si apprende, avrebbe anche un piccolo precedente analogo e quindi, il problema non sarebbe nuovo.

Il fatto si racconta con poco: siamo nel pomeriggio di metà aprile di due anni fa, quando la ragazzina sta passando sulla via provinciale che collega i due paesi della provincia, in prossimità del ponte. In una piazzola c’è questo signore che ad un certo punto la chiama chiedendole di essere aiutato: «Sto male, ho bisogno di aiuto», il ricordo che ha la ragazza di quel fatto poi messo nero su bianco sul capo di imputazione. Insomma, per attirarla vicino a sé finge tutto questo per ottenere il suo scopo.

Una volta che la vittima si avvicina, ecco lui pronto a tirarsi giù pantaloni e indumenti intimi e mostrare i genitali: atti osceni in luoghi pubblico, niente da eccepire.

Ma c’è un ma, come possibile verificare, poiché secondo il codice penale, primo comma dell’articolo 527, “l’atto di chi compie atti sessuali in luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico, non costituisce più reato”.

Sì, perché spiegano i tecnici “la rilevanza penale è oggi limitata a chi compie gli atti all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi frequentati da minori, se da questa azione deriva il pericolo che i minori vi assistano”. E ancora “è solo sufficiente che vi sia la possibilità che i minori assistano a questi atti osceni”. E ancora, per finire, “in ogni caso il luogo ove avviene il fatto non richiede necessariamente la presenza di minori, ma vi deve essere la probabilità della loro presenza (edifici scolastici, giardini pubblici, impianti sportivi ma anche un cortile condominiale o un muretto sulla pubblica via) ”. Su tutte queste argomentazioni dovrà decidere il giudice. 

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