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L’indagine

Ferrara, sull’inchiesta “Fiera bis” parla Tagliani: «Accusa unilaterale e precostituita»

Daniele Oppo
Ferrara, sull’inchiesta “Fiera bis” parla Tagliani: «Accusa unilaterale e precostituita»

L’ex sindaco prende la parola e professa serenità. Il legale di Parisini contro la «fuga di notizie»

14 aprile 2023
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Ferrara Soddisfazione per l’archiviazione, molta meno per i termini usati nella richiesta del pm Ciro Alberto Savino, promessa di battaglia per dimostrare che l’ipotesi di truffa per la quale pende una richiesta di rinvio a giudizio a suo carico sia totalmente priva di fondamento.

La reazione di Tiziano Tagliani, ex sindaco di Ferrara accusato nell’ambito dell’inchiesta sul presunto appalto truccato per i lavori post sisma alla Fiera, è netta, non priva di polemica e di rivendicazioni di buon operato. Chi lo ha visto e sentito intervenire in Consiglio comunale nei suoi due anni di mandato ha ben chiaro di cosa si sta parlando.

L’ex primo cittadino prende atto «con soddisfazione della richiesta di archiviazione» per l’ipotesi di corruzione, «mai contestatami peraltro», anche se «sono stato tuttavia periodicamente informato indirettamente dalla stampa». «Dopo anni d’indagine e dopo mesi di intercettazioni telefoniche ed ambientali anche domestiche - dice Tagliani - non si è trovato riscontro alcuno alle affermazioni millantatorie di qualche indagato».

In tutto questo, però, «dispiace leggere di dubbi e sospetti nella richiesta di archiviazione, affermazioni che non appartengono alla mia cultura giuridica, questo tuttavia - ecco il tono polemico - non è tanto un problema mio quanto piuttosto della impalcatura accusatoria unilaterale, ed a mio avviso precostituita». Il riferimento e ad alcuni passaggi della richiesta di archiviazione nei quali il pm sostiene che il comportamento dell’ex sindaco «presenta numerose ombre e gravi sospetti». Per Tagliani è una vittoria anche la richiesta di archiviazione per l’ipotesi di abuso d’ufficio e omissioni di cautele antinfortunistiche «la cui pretestuosità e giuridica infondatezza ho ritenuto di aver dimostrato con la prima e ad oggi unica difesa che ho depositato».

Rimangono le accuse, per le quali Tagliani afferma di affrontare «con la massima serenità anche, devo dire finalmente, la valutazione che un giudice farà alla udienza preliminare». Quell’accusa che, dice l’ex sindaco, «evidentemente deve per il pm restare a mio carico: ovvero quella del concorso nella truffa a favore del Comune per effetto dell’utilizzo, nella richiesta di erogazione di contributi post sisma, della piattaforma Sfinge e non Fenice per la sua istruttoria». E qui Tagliani mostra piena serenità: quella procedura, è la sua posizione, rispondeva ad un preciso invito scritto presente in atti, pervenuto agli enti dal vertice tecnico della struttura commissariale, tanto che anche la fiera di Modena e numerosi altri enti hanno utilizzato la piattaforma Sfinge». Tagliani spiega che anche il contratto Comune-Fiera per la concessione degli immobili fosse del tutto legittimo, anzi obbligata dalla legge regionale, e siglato nel pieno rispetto delle norme e della buona prassi amministrativa. L’indagine, dice Tagliani, «ha voluto trovare argomenti dove non ve ne erano». «A chi come me si è occupato per oltre venti anni della cosa pubblica e vive solo del proprio lavoro, è richiesta in questo frangente una pazienza particolare», conclude Tagliani prima di ringraziare il suo legale, l’avvocato Riccardo Caniato, e i cittadini che gli hanno manifestato supporto.

Un intervento duro arriva anche dall’avvocato Claudio Maruzzi, che assiste l’ex numero uno della Fiera, Filippo Parisini, sopra il quale pende l’impianto accusatorio più ampio e pesante (truffa, corruzione, frode nelle pubbliche forniture, falso, turbativa d’asta, abuso d’ufficio): «Leggo con vivo sconcerto sui media locali il dettaglio della “richiesta di rinvio a giudizio a mezzo stampa” nei confronti del mio assistito, quando non risulta neppure fissata l’udienza preliminare, oltre che particolari della richiesta di archiviazione nei confronti di taluni già indagati, con riferimenti addirittura al contenuto di intercettazioni, con commenti “a latere “ che lasciano a dir poco perplessi. Il dottor Parisini è totalmente estraneo alle accuse e lo dimostreremo nel processo a testa alta come ha sempre fatto e continuerà a fare nel corso di questa vicenda, la cui “oscurità” la si dovrà leggere con lenti adeguate. Stiamo valutando le opportune iniziative tese ad accertare eventuali responsabilità quanto alla fuga di notizie, malcostume che pare impossibile da arginare».

«Affronteremo con massima serenità i prossimi passaggi processuali», commenta Filippo Maggi, legale che assiste Gian Domenico Leprini, indagato per aver concorso nel “turbare” a favore dell’impresa AeC la gara per l’affidamento dell’appalto.

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