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Ferrara, 1.800 in attesa per le case popolari: Fondo affitti indebolito

Stefano Ciervo
Ferrara, 1.800 in attesa per le case popolari: Fondo affitti indebolito

Quest’anno niente co-finanziamenti statali per le 4.200 famiglie aiutate. Rischiano di rimanere senza contributi o vedersi ridurre l’assegno

19 aprile 2023
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Ferrara In provincia di Ferrara sono circa 1.800 i nuclei familiari in lista d’attesa per entrare in una casa popolare, e l’anno scorso erano 4.200 le richieste di contributi per l’affitto da privati. «Quest’ultima lista si è raddoppiata nel giro di un anno» spiega Diego Carrara, direttore Acer, che ieri pomeriggio ha partecipato ad un incontro promosso dalla stessa Azienda casa e dall’università sul ripiegamento delle politiche pubbliche sull’abitare: non solo in Italia ma anche in Inghilterra, come da testimonianza della scrittrice e ricercatrice Sarah Gainsforth, che su questi temi ha scritto un libro. Le spinte alla ulteriore privatizzazione di questo comparto, peraltro, tendono ad accentuarsi, tanto che ieri è stato evidenziata con preoccupazione la decisione del governo di non co-finanziare quest’anno il Fondo per l’affitto, depotenziando uno strumento che ora dipenderà esclusivamente dagli stanziamenti della Regione.

Le famiglie ferraresi che hanno chiesto di essere aiutate per pagare il canone sono appunto in aumento, e rientrano tutte nel tetto Isee di 17.145 euro. Circa due terzi di loro, secondo le stime di Acer, l’anno scorso ha ricevuto il massimo previsto dalla legge sul Bonus affitto, che è di 1.500 euro l’anno, corrispondente a tre affitti mensili. «Stiamo completando i pagamenti per l’anno scorso e nel contempo raccogliamo le domande di quest’anno - ha spiegato Carrara a margine del convegno - Il tema è appunto la consistenza del fondo visto che il governo ha deciso di non contribuire per quest’anno, non prevedendo cofinanziamenti. Si tratta di sostegni che servono ad attenuare situazioni di disagio temporanee, anche se la soluzione definitiva al disagio abitativo non può che essere una casa di edilizia popolare».

Anche su questo fronte le cose non vanno come dovrebbero, visto che nonostante gli sforzi in particolare della Regione e degli enti locali, le liste di attesa restano lunghe. Dopo l’ultima graduatoria cittadina risultano 980 persone in attesa, quasi altrettanti sono da collocare negli altri comuni del Ferrarese. A livello regionale le domande sono 25mila, quindi la “fame” di case popolari è certificata. Il problema è sempre lo stesso, per aumentare la disponibilità di alloggi, cioè gli alti costi per ristrutturare il patrimonio indisponibile da una parte, e dall’altra la scarsa propensione a costruire il nuovo.

Il parallelo con quanto avvenuto in Inghilterra negli ultimi decessi è stato al centro dell’intervento di Gainsforth, che conosce bene queste due realtà e le ha fotografate nel libro “Abitare stanca. La casa: un racconto politico”. Non è l’unico “modello” europeo: l’Austria, ad esempio, viaggia in direzione opposta, con un peso rilevante del settore pubblico nell’offerta di abitazioni. l

Stefano Ciervo

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