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Ferrara, scoperta una “spia” che avvisa sul rischio mesotelioma pleurico

Ferrara, scoperta una “spia” che avvisa sul rischio mesotelioma pleurico

Uno studio di Unife utile per le persone esposte all’amianto

02 giugno 2023
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Ferrara Una piccola molecola che circola nel sangue potrebbe diventare una “spia” capace di predire il rischio di mesotelioma pleurico, tumore maligno della pleura polmonare che colpisce in maggioranza le persone esposte all’amianto. Il gruppo di ricerca dell’Università di Ferrara, composto dal Professor Mauro Tognon e dalla Professoressa Fernanda Martini del Dipartimento di Scienze Mediche, ha dimostrato che nei pazienti affetti da mesotelioma pleurico il marcatore nel siero denominato microRNA197-3p aumenta di oltre il 40% rispetto alle persone che hanno inalato le fibre di amianto.

«Statisticamente si stima che il mesotelioma pleurico colpisca tra l’1 e il 10% delle persone esposte all’amianto. Al momento non è possibile diagnosticarne precocemente l’insorgenza, e per questo motivo il tumore, rilevato in fase tardiva, risulta nella maggioranza dei casi fatale», spiega il professor Tognon.

In precedenza, lo stesso gruppo aveva scoperto che la concentrazione della molecola diminuisce in maniera significativa negli esposti all’amianto rispetto agli individui sani.

«Se i dati ottenuti da questo studio pilota dovessero essere confermati impiegando un ancora più largo campione di sieri, il marcatore del siero potrebbe diventare una “spia” precoce dell’insorgenza del mesotelioma pleurico. Quindi, possiamo ipotizzare che facendo un’analisi del siero dei lavoratori ex-esposti all’amianto, seguiti nel tempo, sarà possibile verificare chi avrà un aumento del livello del marcatore consentendo di indagare se il mesotelioma pleurico sta per insorgere. Tale analisi di laboratorio porterà un indubbio beneficio agli esposti all’amianto, soggetti più a rischio dell’insorgenza del tumore» precisa il professore.

Lo studio eseguito nei laboratori Unife, e il conseguente brevetto che è in fase di sviluppo, potrebbe dunque consentire di allestire un saggio diagnostico di laboratorio.

«In futuro pensiamo che sarà possibile sviluppare un’analisi di laboratorio che, con un indubbio beneficio per gli esposti all’amianto, consentirà di verificare il livello del marcatore nel siero di soggetti più a rischio dell’insorgenza del tumore», conclude il Professor Tognon. 

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