Ferrara, ecco in città la nuova mafia emergente
L’avvocato denuncia: i nigeriani hanno paura di altri gruppi criminali: «Non bastano la Polizia e i processi, occorre integrazione, lavoro anche in questa nostra città»
Ferrara «Questa sentenza dovrà essere la base di partenza per andare oltre: la mafia nigeriana non ha colori politici poiché non può essere sconfitta certo solo con la Polizia e i processi, occorre integrazione, lavoro anche in questa nostra città». Enrico Segala è l’avvocato di Florence, la donna vittima, unica a costituirsi parte civile contro i boss Arobaga, ottenendo un risarcimento di 5. 000 euro per ricatti e minacce subiti.
Dopo la sentenza, la riflessione che Segala propone alla città, parte proprio dal suo ruolo professionale: «Voglio ricordare che senza integrazione c’è più clandestinità e così più manodopera e sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali. Faccio questa riflessione non solo perché sono il legale di Florence in questo processo, ma anche perché ho l’onore di difendere molti ragazzi e ragazze nigeriane, nelle loro pratiche amministrative per i permessi di soggiorno e altro; persone per bene, lontane dalle mafie e dalla criminalità che oggi, nel 2023, vivono a Ferrara ma ancora hanno paura – o sono soggiogati – da un certo tipo di mafia, di un’altra mafia forse, di altri gruppi».
«La sentenza di questi giorni – riprende Segala – è stato un primo e necessario passo: la mafia si sconfigge sicuramente con azioni di polizia e accertando processualmente la verità, ma certo anche e soprattutto chiamando in causa la società civile, come ci insegna la lotta contro la mafia nostrana. Per quel che concerne questo tipo di mafia, nigeriana, credo che solo con il lavoro e l’integrazione sia possibile davvero porre un freno al fenomeno associativo sempre più dilagante nel nostro paese».
Segala ammette e “denuncia” che – come appreso anche dalla Nuova da altre fonti – molti giovani pusher, affiliati al clan Eye, rivali Arobaga, avrebbero ricostruito gruppi “a rischio mafioso, nella zona Palapalestre. «Abbiamo riferimenti di testimoni su fatti accaduti fino poco tempo fa» e anche di riunioni del nuovo clan. Da quanto si sa, una inchiesta è in corso della Mobile contro questa nuova mafia emergente.
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