Comacchio, la terra restituisce il mosaico del pavimento di una villa augustea
Eccezionale ritrovamento a Comacchio con decine di altri reperti
COMACCHIO L’eccezionale ritrovamento di un mosaico pavimentale risalente ad un edificio di età augustea a Comacchio, lascia senza fiato. La campagna di scavi archeologici 2023 ha portato a interessanti rinvenimenti e conferma il ruolo strategico del sito di Santa Maria in Padovetere nella storia millenaria di Comacchio.
La rifioritura dell’archeologia in Valle Pega rende merito alla campagna di scavi compiuta dai ricercatori dell’università Cà Foscari di Venezia, coordinati da Sauro Gelichi, nella sua qualità di direttore scientifico e docente di archeologia medievale, in collaborazione con il Comune di Comacchio e con la Soprintendenza archeologia, Belle arti e paesaggio.
Esprime soddisfazione l’assessore alla cultura e al turismo, Emanuele Mari per il traguardo conseguito grazie ad un intenso ed appassionato lavoro di squadra, che getta una luce ulteriore sul ruolo centrale assunto dal territorio comacchiese, tra gli snodi commerciali dell’antichità. Sono emersi reperti che consentono di datare gli strati indagati, che vanno dal I sec. d. C. all’Alto Medioevo. Si tratta di frammenti che dovranno essere studiati dagli esperti, – sottolinea l’assessore Mari -, per poi valutarne una possibile collocazione nel nostro museo. Ovviamente, come amministrazione, lavoriamo per elevare la reputazione della città, implementarne la fruizione culturale e attrarre il più alto numero possibile di visitatori». Gli archeologi hanno riportato alla luce nei pressi e sotto ai resti dell’edificio di culto presente nel sito archeologico tracce consistenti di una serie di edifici di legno, con ogni probabilità magazzini, con un corredo di materiale ceramico di straordinario valore storico, anche di importazione, attribuibile al V secolo d. C. In direzione nord, le ricerche del team guidato da Gelichi hanno fatto riemergere inattesi resti di un edificio ben antecedente al quinto secolo, probabilmente di età augustea, come detto, oltre a materiale ceramico risalente allo stesso periodo storico.
La sensazionale scoperta di un pavimento in mosaico con tessere nere e piccole decorazioni di colore bianco è una delle testimonianze più importanti riferite ad insediamenti di epoca romana scoperte sinora in Valle Pega.
«La prima visita guidata organizzata la scorsa settimana ha riscontrato interesse e successo notevoli, ma come precisa Mari “il sito è di proprietà dello Stato che, tramite la Soprintendenza, lo concede all’Università per lo scavo. Una volta indagato, deve essere richiuso affinché non avvengano compromissioni. Ne consegue – prosegue l’assessore alla cultura -, che in tale lasso di tempo ridotto sia possibile un numero limitato di visite guidate, che noi abbiamo comunque sempre garantito in tutti gli scavi effettuati. È un impegno che intendiamo mantenere anche col proseguimento di questo scavo, previsto per il prossimo anno ed ovviamente anche in occasione di quelli che altri atenei effettueranno nel nostro territorio».
«Per i risultati conseguiti anche nell’ambito di relazioni internazionali e del prestigio ottenuto nella fiera sul turismo archeologico “TourismA” di Firenze – dichiara Mari – mi preme ringraziare il direttore del Museo Delta Antico Caterina Cornelio e tutti gli addetti dei settori Cultura e Turismo, così come la società di gestione dei servizi museali. Ringrazio anche Sauro Gelichi e la sua equipe che, sin dai primi anni Duemila, hanno indirizzato le loro ricerche a Comacchio effettuando il primo grande scavo urbano nella nostra città, quello di piazza XX Settembre, con la mostra che ne seguì, presupposto dell’allestimento della sezione medievale del Museo Delta Antico».
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