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Il retroscena

Ferrara, arrestato durante il falso vaccino

Daniele Predieri
Ferrara, arrestato durante il falso vaccino

Il giorno del blitz il medico gli stava iniettando la finta dose, adesso patteggia

06 luglio 2023
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Ferrara Le inchieste sono finite o al rush finale. E dalle carte, migliaia e migliaia di pagine, emergono retroscena dell’indagine No vax che portò a scoprire il traffico di finti vaccini per i falsi Green pass, piazzati in città e provincia da due dottoresse, Marcella Gennari e Chiara Compagno. Dietro il pagamento di mini-tangenti, dai 20 ai 50 euro.

Era un sabato mattina, il 12 marzo del 2022: quando scattò il blitz della finanza che portò agli arresti domiciliari le due dottoresse. Gli ispettori della Finanza si recarono quella mattina nell’ambulatorio di via Armari in città: era aperto, e qui la dottoressa Gennari stava svolgendo la sua attività di medico di base, assieme alla sua assistente-segretaria e infermiera, la figlia Francesca Ferretti. Bene, nel momento dell’irruzione dei finanzieri nell’ambulatorio, la Gennari stava iniettando la finta dose ad un giovane ferrarese P. L. , che aveva pagato con la mini tangente di 20 euro: venne – come si dice burocraticamente- bloccato in flagranza di reato, pertanto subito arrestato. Questo è un piccolo retroscena mai emerso nelle cronache di questo anno e mezzo anche perché il fatto venne subito dopo ridimensiona, in quanto il giovane arrestato, venne sentito a verbale, confessò e dopo la convalida volante venne liberato poco dopo su ordine del magistrato, il pm Ciro Savino, che stava conducendo da mesi l’indagine No Vax che avrebbe portato a scoprire che quasi 300 pazienti avevano usato il trucco dei finti vaccini per ottenere falsi Green con la complicità delle due dottoresse che giustificavano così il loro operato, tanto per ricordare quei tempi, dei furbetti No vax: «Se si tratta di fregare lo Stato italiano sono contenta, chi si vaccina sono dei coglioni e mi auguro che tutti i politici siano morti entro marzo (2022, ndr)» .

Bene, oggi il giovane arrestato e liberato, dopo aver confessato allora deve ancora chiudere la propria posizione: il suo nome compare nell’ultima tranche di indagine, che riguarda una 50ina di indagati che ancora oggi – nonostante abbiano ammesso i falsi e la corruzione, le mini tangenti, non hanno chiesto alla procura di chiudere: il pm Savino ha notificato loro gli atti di fine indagine e li invita a patteggiare la pena e chiudere la loro posizione. 

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