Videomessaggio su IT-Alert, tempesta di insulti sul sindaco di Cento
Accorsi: «Pronto a denunciare se questa cosa non finirà subito». Gli hater lo accusano: prove tecniche di terrorismo di massa
Cento “E basta terrorizzare la gente e gli anziani con queste cazzate”. “Prove tecniche di terrorismo di massa tipo Pandemenza”. “Già si presenta come buon soldatino allineato e coperto al monopensiero. Per il resto, che dire: chi non capisce la realtà delle cose, dopo il recente passato temo sia irrecuperabile. Il meglio che gli si può augurare è di godersi spensierato gli ultimi tempi”.
Queste sono le frasi più “gentili” (e riferibili) cadute a pioggia sul sindaco di Cento Edoardo Accorsi. Un bombardamento social, condito da offese molto pesanti, scatenato dal videomessaggio diffuso dal sindaco per spiegare ai cittadini il test IT-Alert previsto per lunedì in tutta l’Emilia Romagna. E Accorsi, già vittima di insulti all’indomani della sua elezione, ha deciso che la misura è colma, e si dice pronto a ricorrere alle vie legali e a denunciare gli haters se gli attacchi non si fermeranno. Una tempesta di improperi tanto violenta quanto sgangherata, in un delirio che mescola retaggi no vax e complottisti. In realtà quella che sarà attuata lunedì, attraverso una notifica che arriverà sui cellulari, è una prova di funzionamento del sistema nazionale di allarme che informerà la popolazione in caso di gravi emergenze. Un’iniziativa nazionale, promossa dal Governo e non certo dal Comune di Cento, che ha evocato spettri da Grande Fratello e provocato rigurgiti da “dittatura sanitaria”. Gli strali si sono così abbattuti su un sindaco per un videomessaggio informativo diffuso proprio per evitare che i cittadini potessero allarmarsi o scambiare la notifica per una truffa.
«I social network sono una grande opportunità. Connettono le persone, le vite, le storie. Democratizzano le società, dicono i più esperti, dando voce a chi non ne ha. Accorciano le distanze. Possono perfino ridurre le diseguaglianze. I social network sono però, comunque, uno strumento. E come tutti gli strumenti possono essere utilizzati in tanti modi. Anche per offendere e minacciare», scrive Accorsi.
Nel suo caso, un video diventato presto virale ha innescato una reazione che va ben oltre il legittimo dissenso.
«Le critiche, i dubbi e le domande sono sempre giuste, legittime e importanti – continua il primo cittadino centese – Soprattutto quando ci si confronta su cose delicate, a maggior ragione se non sono state spiegate nella maniera più chiara possibile - e nel caso fosse accaduto me ne scuso -. Però vorrei che riflettessimo insieme. Sul potere generativo, e positivo, senza barriere dei social. Così come sui loro limiti e sui loro confini. Ho sempre messo in conto tutto con grande serenità, offese e minacce comprese. A proposito di limiti, però, credo, che ci sia un momento nel quale le cose devono fermarsi. Ecco nel caso le cose continuassero agirò nelle sedi opportune».
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