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La classifica delle università

Unife scende uno scalino, architettura fra le migliori

Unife scende uno scalino, architettura fra le migliori

Il Censis ha messo in fila  le performance degli atenei

11 luglio 2023
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Ferrara Unife perde una posizione rispetto all’anno scorso e due rispetto a due anni fa. Il 14° posto occupato nell’ultima classifica elaborata dal Censis sulle università italiane (2023/2024) arretra, anche se di poco, rispetto alle posizioni attribuite dall’istituto di statistica all’ateneo estense negli ultimi cinque anni: Unife era 12ª nel 2019/2020, quando ancora l’università figurava nel gruppo che teneva insieme i poli di medie dimensioni (10-20mila iscritti), 13ª nel 2020/2021 (era già entrata nel novero dei grandi atenei, da 20 a 40mila iscritti), di nuovo 12ª nel 2021/2022, 13ª nel 2022/2023. Piccoli scostamenti che indicano però qualche difficoltà a tenere il passo con altre realtà, come Campania Vanvitelli, che dalla 16ª posizione del 2022/2023 è salita alla 13ª dell’anno in corso.

A confermare il passo un po’ lento dell’ateneo è anche il punteggio medio, che quest’anno è sceso a 81,2, contro il range 82-83,7 dei 3 anni precedenti. Il rimbalzo è positivo invece rispetto al 2019/2020, quando la media dei risultati era scesa sotto 81 (80,5), ma l’ateneo era ancora inserito tra quelli di medie dimensioni.

Rispetto alla graduatoria precedente il Censis ha valutato i Servizi offerti con lo stesso punteggio (70 punti, erano 76 nel 2021/2022, sotto i 70 negli anni precedenti), con un valore più alto l’offerta di borse di studio (73 punti contro i 72 dell’anno scorso) e le strutture (con un balzo a 86 contro i 79 del 2022/2023, una buona performance in un periodo di alta crescita degli iscritti); qualche passo indietro hanno fatto “comunicazione e servizi digitali” (85 contro 92), internazionalizzazione (76 contro 81) e anche l’occupabilità (97 contro 98, che comunque rappresenta un risultato notevole). In regione Ferrara è l’unico ateneo che scende quest’anno: Modena–Reggio Emilia resta stabile al 9° posto, ma ne ha persi due dal 2020/2021, mentre Parma sale dalla 7ª piazza alla 5ª; l’Alma Mater, tra i mega atenei (oltre 40mila iscritti), resta la star che brilla sopra tutte le altre (1ª posizione, con un punteggio medio di 89,7).

«Il posizionamento generale dell’Università di Ferrara, stabile nel contesto del periodo in cui l’ateneo ha vissuto il proprio importante salto dimensionale a “grande” ateneo – commenta la rettrice, Laura Ramaciotti – diventa più interessante andando ad analizzare i singoli parametri che concorrono alla definizione del punteggio. In particolare, spicca il successo dell’indicatore relativo all’occupabilità di chi si laurea a Unife, come confermato dal rapporto di AlmaLaurea: a un solo anno dal titolo lavorano circa 8 laureati triennali su 10, una media superiore a quella nazionale. È un dato importante per noi, che coglie la grande capacità dell’ateneo di portare le ragazze e i ragazzi, con il loro bagaglio di innovazione, dai banchi di studio ai luoghi di lavoro».

La rettrice sottolinea anche «l’indicatore relativo alle strutture, riferito all’anno accademico 2020-2021, in rapporto al numero di iscritti dell’anno successivo. In altre parole, a fronte del forte aumento del numero di studentesse e studenti, l’Università è riuscita a dare risposte nell’immediato». Nella classifica Censis 2023/24 delle Università italiane, stilata sulla base dei dati raccolti durante i difficili anni accademici della pandemia (dal 2020 al 2022), Unife resta il primo ateneo dove studiare Architettura, ricorda la nota del rettorato. «Sebbene infatti l’Università di Ferrara si collochi seconda nella classifica generale di ambito disciplinare, il corso occupa il gradino più alto del podio per il parametro che fotografa la regolarità degli studi – scrive Unife – La magistrale di Unife è il corso italiano di Architettura in cui gli studenti superano con minore difficoltà il passaggio delicato dal primo anno al secondo».

Ed è convinto che «quella con gli altri atenei sia una sana competizione», il professor Alessandro Ippoliti, direttore del Dipartimento di Architettura. «Ci inorgoglisce constatare – afferma analizzando i dati – che anche in anni accademici segnati dalle difficoltà della pandemia il nostro corso ha saputo mantenere quelle caratteristiche che da anni ci consentono di primeggiare tra i corsi di Architettura».l

Gi.Ca.

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