Ferrara, palle di ghiaccio: ecco come si formano
Il meteorologo: «Non sono più casi eccezionali, prepariamoci»
Ferrara Luca Lombroso, meteorologo Ampro e divulgatore scientifico che collabora, tra le altre, con Meteored Italia, non ha dubbi: «Quello che un tempo era un fenomeno eccezionale, ora sta diventando normalità».
Le sensazioni che la maggior parte di noi ha è che questi siano episodi in crescita rispetto agli scorsi anni. È così?
«Purtroppo, stando a quanto affermato da alcuni recenti studi, l’Emilia-Romagna, e in particolare la Pianura padana, sta facendo registrare un tendenziale incremento di avvenimenti estremi nell’ultimo decennio».
Peraltro con chicchi di grandine particolarmente grossi. Qual è la spiegazione?
«Ciò che abbiamo visto negli scorsi giorni è conseguenza di moti convettivi assai forti. Si tratta di venti ascensionali che spingono in alto i chicchi di grandine formatisi all’interno della nube. Infatti, pur essendoci caldo, ad alcuni chilometri di altezza la temperatura rimane sotto lo zero. Questo trasforma l’acqua in uno stato solido, e il risultato è una grandine che, spinta in alto dal vento ascensionale, va ingrandendosi. Poi, una volta che questi moti terminano, i chicchi cadono, provocando devastanti conseguenze».
Ecco spiegato perché talvolta la forma sembra a strati di cipolla…
«Sì, non badiamo a teorie complottistiche che inquinano il dibattito sul tema. La stratificazione a cipolla, banalizzando, è frutto di quanto descritto prima: grandine che, salendo e scendendo, si ingrandisce sempre di più. Questo non permette ai chicchi di disintegrarsi durante la caduta».
È sbagliato pensare che la grandine colpisca solo alcune zone?
«No, anzi. Ciò dipende da una convergenza dei venti caldi e secchi dell’Appennino con altri, più umidi, provenienti dall’Adriatico. Lungo la via Emilia e verso la Romagna questo incrocio è più diffuso, perlopiù dove non c’è “un’ombra”, sulla pianura, di colline o montagne».
Quindi non è merito dei cannoni antigrandine se determinati territori non sono colpiti?
«È stato scientificamente dimostrato che questi non hanno una valenza. Sono inutili».
Ci dobbiamo rassegnare alla presenza di questi eventi estremi?
«In parte sì. Serve un’azione globale per contrastare i cambiamenti climatici, ma nel frattempo bisogna ascoltare i meteorologi ed evitare di stare all’aperto nei momenti di allerta».
A proposito, sono previste nuove perturbazioni?
«Domani sarà un giorno critico, con probabili rovesci importanti oltre il Po. Ma attenzione perché potrebbero sfondare e coinvolgere la nostra regione».l