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L’intervista

Ferrara, Sgarbi: «Musei, a dicembre il direttore. Sinergie con la nuova mostra»

Stefano Ciervo
Ferrara, Sgarbi: «Musei, a dicembre il direttore. Sinergie con la nuova mostra»

Sgarbi respinge le accuse di campanilismo: «Stessa operazione a Lucca e Pisa». Franceschini, i complimenti di Sangiuliano, i paragoni con Modena e Bologna

31 luglio 2023
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Ferrara La nascita dei Musei di Ferrara, con lo scorporo della Pinacoteca Nazionale dalla Galleria Estense di Modena e il suo accorpamento al Museo Archeologico di Spina, a Casa Romei e all’Abbazia di Pomposa, ha fatto scattare «la telefonata del ministro Sangiuliano: voleva condividere il progetto dei nuovi musei autonomi, che in effetti ho suggerito io. Poi mi ha fatto i complimenti per Ferrara ma il progetto non è tagliato a misura della mia città, visto che la stessa operazione è stata fatta in Toscana». Vittorio Sgarbi mostra naturalmente idee chiare sull’operazione, e come presidente di Ferrara Arte già annuncia «sinergie a partire già dalla nuova mostra sul Rinascimento».

Perché le accuse di aver favorito Ferrara non sono fondate?

«Perché certo ho pensato alla mia città, e all’esigenza di rimetterla al centro del Rinascimento facendole riacquistare l’autonomia da Modena. Dario Franceschini, quand’era ministro, non lo fece probabilmente per una sorta di senso di colpa, per evitare magari accuse di campanilismo. Ma non c’era ragione per quell’accorpamento sovraprovinciale, e del resto abbiamo agito alla stessa maniera anche per città d’arte paragonabili a Ferrara come Lucca e Pisa, costruendo appunto poli provinciali. La Pinacoteca Nazionale di Ferrara, peraltro, celebra l’Officina Ferrarese, e nemmeno Bologna, per fare un esempio, pur di alto livello, può vantare nulla di simile. E ricordo che Pomposa ha una tradizione e una storia propria».

Nemmeno è stato uno “scippo” a Modena e indirettamente a Bonaccini?

«Modena non ha perso nulla, anzi guadagnerà per un progetto di potenziamento di quel polo museale che vogliamo portare avanti. Questa non è una “macchina” costruita dal ministero, ha una sua logica territoriale».

Qual è il progetto culturale alla base dell’idea di mettere assieme musei che raccontano il Medioevo e il Rinascimento con l’Archeologico, una collezione di reperti spinetici di età etrusca? E il direttore che tipo di formazione dovrà avere, archeologica o di altro tipo?

«Devo dire che c’è solo in Italia questo problema dei direttori archeologi, architetti o di altra formazione. Esistono già modelli “misti”, a Perugia ad esempio stanno assieme musei medievali e moderni. Il direttore comunque sarà scelto entro dicembre con uno specifico concorso, immagino debba avere competenze ampie: in fondo il polo di Ferrara è una sorta di Rinascimento dell’antico».

Che tipo di sinergie sono ipotizzabili tra i Musei di Ferrara, le attività di Ferrara Arte e, in generale, l’intera l’offerta culturale della città?

«Sicuramente ne parlerò con il futuro direttore, immagino si lavori a obiettivi comuni con Ferrara Arte. Non ci saranno più distinzioni tra le offerte dei vari poli museali, e del resto la Pinacoteca Nazionale è ospitata in un edificio di proprietà comunale. Penso si possa lavorare assieme già a partire dalla prossima mostra sul Rinascimento proprio ai Diamanti». l

Stefano Ciervo

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