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Scuola e istruzione, maglia nera per Goro. Abbandono altissimo

di Annarita Bova
Scuola e istruzione, maglia nera per Goro. Abbandono altissimo

La sindaca: «Anche per pescare bisogna studiare»

31 luglio 2023
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Goro Un po’ meglio degli anni passati ma la percentuale di ragazzi che abbandonano la scuola prima di finire le superiori resta tra le più alte in Italia: Goro è al quinto posto in tutta la Penisola (fonte Il Sole 24 ore su elaborazione dati Istat). In un paese dove nessuno resta disoccupato (se non per libera scelta) ed è estremamente facile rendersi indipendenti economicamente anche prima dei 18 anni, ecco che l’istruzione passa in secondo piano. «Non smetterò mai di ripeterlo, bisogna studiare, finire almeno le scuole superiori e come Comune stiamo mettendo insieme tanti progetti contro l’abbandono scolastico», dice la sindaca Marika Bugnoli.

Le motivazioni È inutile girarci tanto intorno, a Goro i ragazzi e le ragazze preferiscono andare a lavorare e chi continua il percorso di studi, lo fa generalmente in maniera mirata, scegliendo specializzazioni legate al mare e al mondo della pesca. Non a caso, è molto alto il numero di biologi, solo per fare un esempio. «Qui non c’è disoccupazione - spiega Bugnoli -. Gli allevamenti di vongole danno lavoro a tutti, in mare come negli uffici. Oppure ci sono le attività di famiglia. Studiare passa dunque, purtroppo, in secondo piano». Da qualche tempo «il regolamento per entrare in cooperativa è cambiato e bisogna aspettare i 18 anni - va avanti la prima cittadina -. Questo proprio per incentivare i ragazzi e le ragazze a finire la scuola. E loro cosa fanno? Arrivano alla quarta superiore e poi lasciano». A questo va aggiunto che «le scuole sono lontane. Chi abita a Gorino deve fare 30 chilometri per arrivare a Codigoro e la scelta dell’indirizzo è anche obbligata. Altrimenti c’è Adria a 60 chilometri o Ferrara o Ravenna. Bisogna essere tanto, tanto motivati per arrivare alla fine». Il Comune organizza corsi post scuola, aiuti per i compiti, «cerchiamo in ogni modo possibile di far appassionare allo studio, di far capire quanto sia realmente importante avere un diploma. Ma la colpa non è solo dei ragazzi. Siamo in un’area depressa, dove tutto diventa difficile. È brutto trovarsi ogni anno agli ultimi posti, ma bisogna contestualizzare, capire e quindi agire concretamente. Ringrazio intanto i dirigenti e gli insegnanti del Polo scolastico che tanto si danno da fare. E rinnovo l’appello: studiare è fondamentale anche per andare in mare e a noi servono persone preparare, in grado di gestire questo enorme patrimonio che abbiamo ma che va sfruttato al meglio». l