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Stretta sui fondi

«Superbonus, almeno 30 milioni di lavori incagliati nei cantieri»

«Superbonus, almeno 30 milioni di lavori incagliati nei cantieri»

Il commercialista Musella: imprese a rischio in vari comuni del Ferrarese

31 luglio 2023
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Ferrara Ponteggi terra-cielo coperti dai teli e punteggiati dai cartelli del Superbonus. Sulle quelle impalcature però non lavora nessuno. Sono cantieri fermi, dal futuro incerto, potrebbero rimanere in questo stato di paralisi per mesi o per anni. Nel frattempo le imprese che li hanno allestiti potrebbero essere fallite e le famiglie che hanno deciso di accollarsi i costi in prima istanza sperando di poter cedere i crediti fiscali a banche e imprese potrebbero essere costrette a bussare alla porta di qualche finanziatore per sbarcare il lunario. È lo scenario prospettato dall’associazione “Esodati del Superbonus”, che a Ferrara conta circa 180 iscritti e 1.200 nella regione Emilia Romagna, spiega uno dei referenti, il commercialista Vincenzo Musella. Studio a Ferrara, dal suo osservatorio professionale Musella calcola almeno «30 milioni di euro attualmente incagliati in provincia, ma si tratta probabilmente di una cifra in difetto rispetto quanto potrebbe effettivamente risultare da una ricognizione dettagliata sul territorio».

Gli ultimi aggiornamenti della normativa, risalenti ai mesi scorsi, hanno sbarrato la strada ad alcune forme di accesso ai Superbonus (compreso il 110% per riqualificazione energetica) come lo sconto in fattura (l’impresa si tiene in carico la quota di costo più onerosa dell’intervento facendola risparmiare al committente) e la cessione del credito (la possibilità di “vendere” il rimborso fiscale garantito dal Superbonus ad altri soggetti, come banche e società finanziarie). La tagliola salva solo una parte dei crediti acquisiti in passato prima di determinate scadenze. «Di fatto sulla piazza è rimasto un solo istituto bancario che accetta operazioni con sconto in fattura risalenti al 2022 e parliamo di Superbonus edilizi, del 65% per il risparmio energetico e del 50% per le ristrutturazioni edilizie. Un canale fra l’altro limitato dalla capienza del “cassetto fiscale” dell’istituto (il saldo del dare e avere con l’Agenzia delle entrate, ndr) – osserva Musella – È stato inoltre molto ridimensionato il numero consentito delle cessioni di credito. Tutto questo mentre l’esigenza di effettuare controlli contro le truffe ha appesantito l’iter burocratico di queste operazioni. E qui parliamo di un vero stillicidio, fino a 121 integrazioni richieste per completare tutti i passaggi». Per famiglie e imprese una stretta che in tanti casi sarà insostenibile e che già oggi «rischia di portare alcune aziende al fallimento». Concretamente i limiti imposti dal governo stanno rallentando o addirittura fermando l’attività nei cantieri, aggiunge il commercialista, «situazioni già in corso in diversi comuni della provincia, come Ostellato, Tresigallo, Codigoro e, nel Bolognese, a Crevalcore. In uno di questi cantieri sono stati eseguiti due Stati di avanzamento lavori (Sal) ma il rapporto con le Poste per la smobilizzazione del credito si è interrotto e i lavori sono al momento sospesi». Per le famiglie che hanno anticipato il costo «stiamo verificando la possibilità di un intervento da parte delle imprese, ma il credito poi rischia di pesare sui bilanci di queste ultime se l’agevolazione non potrà essere ceduta», annuncia il referente dell’associazione.

Per famiglie e singoli cittadini, in assenza di strade alternative percorribili, quella residua è di ricorrere alle detrazioni fiscali che non garantiscono però il recupero dell’intera somma spesa perché l’opportunità è legata al reddito dell’investitore e quindi al conto aperto con l’Agenzia delle entrate (più è alto il reddito e maggiori sono le tasse da versare, più sale la possibilità di ottenere un rimborso totale). Cosa chiedono gli Esodati Superbonus? «Con la Regione – risponde Musella – abbiamo aperto un canale di dialogo attraverso l’assessore Vincenzo Colla e con il presidente, Stefano Bonaccini, che ha inviato una lettera al governo. Speriamo che questo rapporto possa evolvere ulteriormente, coinvolgendo anche l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano. Noi speriamo che si muova anche il governo: “liberalizzare” la circolazione dei crediti fiscali ridarebbe ossigeno a imprese e famiglie agevolando anche la transizione ecologica».

Resta il nodo-truffe per miliardi di euro, allarme lanciato dagli ultimi governi. «È un aspetto secondario – conclude Musella – il vero problema oggi è salvare chi è rimasto invischiato in un meccanismo che non lascia vie d’uscita». l

Gi.Ca.

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