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Le piaghe del clima

Ferrara, Confagricoltura: «Vicini agli imprenditori colpiti dal maltempo»

Andrea Tebaldi
Ferrara, Confagricoltura: «Vicini agli imprenditori colpiti dal maltempo»

Visita del presidente di Confagricoltura ai soci che hanno subito danni

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Ferrara Essere accanto ai propri associati e toccare con mano gli enormi danni generati da una grandinata eccezionale, che in pochi minuti ha vanificato gli sforzi di anni. Questi gli obiettivi dei dirigenti di Confagricoltura Ferrara, che in settimana hanno visitato alcune delle aziende agricole più colpite della provincia. Danni alle strutture ma soprattutto danni alle colture, con la conseguente perdita di buona parte del raccolto di questa stagione. Se si guarda al comparto frutticolo, in alcune zone, la grandine è stata così violenta da aver danneggiato non solo i frutti, ma anche la pianta stessa. Ciò rischia seriamente di compromettere anche la produzione dei prossimi anni, aggravando il bilancio delle perdite. Abbiamo fatto il punto della situazione con il presidente di Confagricoltura Ferrara Francesco Manca.

Presidente, è una delle annate più difficili per l’agricoltura. Diverse calamità, molte aree colpite con una penalizzazione di tutti i comparti. Qual è la situazione?

«Siamo di fronte a un’ennesima annata critica per l’agricoltura ferrarese. Gelate tardive, piogge torrenziali e grandine hanno flagellato la provincia intera dalla primavera fino a oggi. Speriamo che la seconda metà dell’estate ci permetta di portare alla raccolta le colture che sono ancora in piedi».

Quali sono le colture più danneggiate dalle grandinate del 22 e del 26 luglio?

«Purtroppo la gravità del fenomeno ha colpito a tappeto ogni tipologia colturale e su diverse zone del territorio: seminativi (soprattutto il mais) , orticole e frutticole, queste ultime già falcidiate dalla gelata primaverile. Rileviamo ingenti danni anche sui fabbricati. Auspichiamo che dalle istituzioni arrivino risposte chiare e sollecite, il settore rischia una crisi che avrebbe ricadute socio-economiche pesantissime per una provincia come quella di Ferrara».

Come possono gli agricoltori adeguarsi ai cambiamenti climatici cercando di affrontare queste situazioni subendo il minor numero di danni?

«Non c’è una risposta semplice. A prescindere da ogni strategia messa in campo, il cambiamento climatico impatta fortemente sulla crescita del rischio di impresa nel nostro settore. Diversificazione colturale, adeguate scelte agronomiche, investimenti in difesa attiva e assicurazione rappresentano la ricetta per alzare l’asticella della protezione e su ognuno di essi dovremo lavorare molto, sia come aziende nel rispondere velocemente al cambiamento, sia come “mano pubblica” nell’agevolare la transizione».

Ha citato il tema assicurazioni, stipulare delle polizze è ormai tanto importante quanto complesso, come mai?

«Il tema delle assicurazioni è centrale e lo sarà sempre di più. È necessario rompere il cerchio vizioso che lega una bassa percentuale di assicurati a un’offerta assicurativa non sempre adeguata, che a sua volta deprime la propensione ad assicurarsi. Per invertire questo trend serve un cambio culturale e una forte spinta pubblica verso la gestione del rischio. Su questo il governo deve assumersi la responsabilità». l

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