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«Giù le mani dal San Giorgio» Scatta la petizione dei cittadini

«Giù le mani dal San Giorgio» Scatta la petizione dei cittadini

Migliaia di firme raccolte in poche ore per il timore di perdere la Riabilitazione Preoccupate soprattutto le famiglie dei pazienti per il rischio di taglio dei servizi

09 agosto 2023
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i Maurizio Barbieri

Ferrara Il Centro di Riabilitazione San Giorgio all’interno del complesso dell’ospedale di Cona sarebbe a rischio e notevole è la preoccupazione dei familiari dei pazienti di persone affetti da problematiche neurologiche e cerebrali che, se così fosse, perderebbero un importante punto di riferimento e un centro che è da anni un fiore all’occhiello sia in Italia che all’estero come testimoniato dai tanti pazienti che ogni giorno si recano presso questa struttura.

Dalla fine di maggio si sono ridotti drasticamente i posti letto. Proprio per poter scongiurare la chiusura è stata lanciata su Change.org una petizione al fine di salvaguardare la struttura e scongiurarne la chiusura che ha già raccolto, dato di ieri mattina, oltre tremila firme. La petizione, rivolta al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, al Consiglio regionale e a tutti i capigruppo regionali, entra nel merito della situazione della Riabilitazione San Giorgio «che rappresenta un’eccellenza con il Reparto di Riabilitazione intensiva San Giorgio all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara» – che da oltre 40 anni continua ad essere riferimento alla Rete Riabilitativa per le Gravi Cerebrolesioni (Gracer) dell’Emilia Romagna – contestando le recenti decisioni introdotte dalle disposizioni della Regione Emilia-Romagna.

Si tratta di disposizioni che prevedono, stando a quanto riferito nella petizione, la «chiusura di una parte della Riabilitazione intensiva S. Giorgio situata nel Polo Ospedaliero di Cona per 4 mesi, dal 28 maggio al 30 settembre, con contemporanea riduzione dei posti letto di circa il 25 per cento (da 70 a 46) e ulteriore riduzione all’interno dei posti letto rimanenti (46), di quelli riservati alle patologie più gravi (cod. 75) diventati meno della metà, solo 20, e comprendenti anche patologie meno gravi (cod. 56), oltre all’autorizzazione da parte la Regione Emilia-Romagna, tramite la Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, a trasformare posti letto di degenza di riabilitazione intensiva codice 56 in posti letto codice 75 (Neuroriabilitazione) dedicati alle gravi cerebrolesioni presso una struttura sanitaria privata situata nell’area dell’Emilia Orientale, a Bologna».

Queste disposizioni che «inducono inevitabilmente forte preoccupazione nei familiari di persone affette fa gravi patologie neurologiche e cerebrali perché evocano scenari legati all’abbandono e alla solitudine».

«Il dato oggettivo legato ai provvedimenti messi in atto dalla Regione Emilia-Romagna – sta scritto nel documento firmato da numerosi cittadini utenti del servizio sanitario – vede una netta riduzione delle possibilità di assistenza altamente qualificata che si caratterizza anche per la forte interazione con le famiglie nei percorsi di cura. Il grave ed evidente rischio è quello di sottrarre alla sanità pubblica e alle strutture pubbliche-private già esistenti nel territorio regionale e in particolare nell’Emilia Orientale, posti letto già dedicati alla riabilitazione delle gravi cerebrolesioni: l’organizzazione prevista dalla rete Gracer costituisce un modello per l’intera Regione e per il territorio nazionale perché, oltre a soddisfare in tutti questi anni le richieste e la qualità dell’assistenza, interpreta e incardina i principi fondanti del nostro sistema sanitario pubblico e universalistico, capace al tempo stesso di costruire rapporti trasparenti ed efficaci anche con parte della sanità privata, a motivo della forza del modello, dei suoi contenuti e del governo dello stesso. Per questo, quanto deliberato dalla Regione nel recente periodo, mina alle fondamenta la solidità, la trasparenza e la visione del sistema sanitario regionale, impattando negativamente sui processi di cura rivolti alle persone più fragili».

«Noi sottoscritti – riporta la petizione – ci rivolgiamo al governo e al consiglio regionale affinché possano attivarsi per salvaguardare il San Giorgio centro di eccellenza e di sostegno ai pazienti e alle loro famiglie. Nel passato la struttura socio-sanitaria era stata già privata della sua fondamentale caratteristica di andare oltre le cure cliniche dando sostegno al reinserimento sociale degli utenti. Si chiede che con un’inversione di tendenza, rispetto allo smantellamento della sanità pubblica, si salvaguardino quelle strutture che hanno contribuito all’eccellenza del sistema sanitario regionale alleviando le sofferenze di tanti, avviandoli sulla strada del recupero delle migliori condizioni cliniche possibili ed evitando l’ emarginazione sociale». l