La Nuova Ferrara

Ferrara

Dopo la tragedia

Bondeno, tra lavoro e passioni: «Il nostro “Fara” era amato dagli amici»

Annarita Bova
Bondeno, tra lavoro e passioni: «Il nostro “Fara” era amato dagli amici»

Il sindaco Saletti sul luogo: «Mi tremavano le gambe»

12 agosto 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Gavello Il primo cittadino matildeo Simone Saletti è stato uno dei primi ad arrivare sul luogo dove è avvenuta la tragedia: «La Polizia locale mi ha avvisato che c’era un incidente e che era coinvolto Faraguti - dice il sindaco -. Mi tremavano le gambe, lo conosco molto bene e speravo di aver capito male, invece giunto sul posto ho purtroppo saputo la verità. Sono senza parole, la sua morte lascia un grande vuoto per tutta la comunità. Conoscevo molto bene Emanuele, persona sempre solare, energica e di grande compagnia, così come conosco bene la sua famiglia, a partire dal fratello Maurilio (è un imbianchino; ndr), professionista serio che lavora da anni anche con il Comune di Bondeno. È una di quelle notizie che non vorremmo mai ricevere; a nome mio e della comunità faccio le condoglianze ai familiari di “Fara”».

Amico da una vita, è rimasto profondamente scosso anche il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri: «È veramente dura Fara…Difficile spiegarlo, difficile capirlo ma quando con un amico ne fai tante sono sicuro che il dolore che provo in tanti lo capiscono. Ancora non ci credo. Sei andato avanti tu. Ti voglio bene», le sue parole.

“Fara” era una di quelle persone davvero conosciute da tutti a Bondeno e dintorni ma anche a Mirandola e a Finale, dove lascia tanti amici. Ieri era il suo primo giorno di ferie.

«Non riusciamo a parlare - dicono i familiari -. Siamo sconvolti ma l’amore che tutti stanno dimostrando a Fara e alla nostra famiglia ci dà conforto. Vogliamo quindi ringraziare chi gli ha voluto bene, gliene vuole e sempre gliene vorrà».

Emanuele Faraguti viveva a Gavello con il padre. La mamma è scomparsa quando lui era ancora ragazzino. Lascia anche la sorella e il fratello, che da ieri mattina non hanno più lacrime.

«”Fara” era la festa nelle feste - raccontano gli amici -. Aveva tantissime passioni, e le coltivava tutte. Dalla pesca sportiva ai suoi amati cani. E soprattutto, nemmeno a dirlo, le moto e i motori. Quello che è successo è assurdo. Sapeva come guidare, come comportarsi, non era un motociclista improvvisato».

«Così ti voglio ricordare - scrive un’amica postando la foto di “Fara” con i suoi amati cani -. Lassù circondato da tanto amore... Perché quaggiù “la tua seggiola vuota farà un gran rumore”». La musica, gli amici, le serate. Ma anche il lavoro, che aveva scelto seguendo la sua grande passione. «Sarà difficile continuare senza di lui». l

Annarita Bova

© RIPRODUZIONE RISERVATA