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Alberone, i 105 splendidi anni di Aide. Il segreto? Non si sente mai sola

Alessandra Mura
Alberone, i 105 splendidi anni di Aide. Il segreto? Non si sente mai sola

Lavoro nei campi, alimentazione sobria e l’amore dei suoi cari. Il figlio: «Vive con noi ma è autonoma, cucina e passeggia in giardino»

17 agosto 2023
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Alberone Nel corso della sua lunga vita non si è mai sentita sola. Non ne ha avuto il tempo quando, giovane “madre di guerra”, doveva lavorare nei campi e allevare la prima dei suoi tre figli mentre il marito era prigioniero; non glielo hanno mai permesso i suoi familiari, che l’hanno sempre circondata di amore e attenzioni.

Aide Borgatti il giorno di Ferragosto ha compiuto 105 anni, «ma negli ultimi sette-otto anni sembra che il tempo si sia fermato», racconta il figlio Fausto Pirani. La grande festa per celebrare questa eccezionale longevità era stata organizzata nel 2018 per il traguardo delle cento candeline, da allora la ricorrenza è diventata un piccolo rito insieme ai suoi cari, che Aide sembra quasi voler “sorvolare” mentre continua a provvedere alle incombenze quotidiane, come prepararsi da mangiare e fare una passeggiata in giardino. Se mai esiste un segreto per arrivare a una così bella età, l’elisir personale di Aida sembra essere «non aver mai sofferto la solitudine», e aver continuato a sentirsi utile e attiva, spiega ancora il figlio Fausto. «Mia mamma vive con me e mia moglie, ma è del tutto autosufficiente. Quando siamo in vacanza mia sorella Liviana va a trovarla due volte al giorno, e ci sentiamo costantemente al telefono, ma lei è autonoma in tutto e per tutto».

È stata un’esistenza di duro lavoro, quella di Aide. Nata a Boston, dove il padre era emigrato a inizio Novecento, è tornata in Italia attorno al 1924 e di quegli anni americani conserva appena un pallido ricordo. La famiglia si stabilisce ad Alberone, e Aide molto presto comincia a lavorare in campagna. «Si è sposata giovanissima, a 18 anni con mio papà Gino Pirani, e nel 1937 è nata mia sorella Marisa». Nel 1941 Gino parte per la guerra, e in Africa viene fatto prigioniero dagli inglesi, e solo nel 1946 riuscirà a tornare finalmente a casa. «Erano tempi di guerra, e si tribolava tanto», riassume Fausto In quei cinque anni Aide manda avanti la famiglia senza mai perdersi d’animo, aspettando il marito. Nel 1947 nasce la seconda figlia, Liviana, e nel 1956 arriva Fausto. Una famiglia che nel tempo diventerà sempre più numerosa: Aida è nonna di quattro nipoti e bisnonna di dieci pronipoti, due dei quali di “ultimissima generazione” essendo figli di uno dei pronipoti. E l’”elisir” di Aide diventa sempre più potente: «Quando mio figlio era piccolo, mia mamma andava a prenderlo all’asilo e lo accudiva mentre noi eravamo al lavoro, in parte lo ha cresciuto lei», aggiunge Fausto. Anche adesso che Aide ha abbondantemente superato l’asticella del secolo, continua a mantenersi il più possibile attiva. Le piace cucinare («un ovetto, una minestra, ma è sempre stata sobria nel cibo»), fare qualche passeggiata in giardino, ma anche guardare la tv soprattutto per seguire la messa e restare in contatto con la fede che l’ha sempre sostenuta e accompagnata nella sua lunga esistenza.l

Alessandra Mura

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