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Porno, la psichiatra: «Immagini violente e spinte causano un’anestesia di tutte le emozioni»

Giovanna Corrieri
Porno, la psichiatra: «Immagini violente e spinte causano un’anestesia di tutte le emozioni»

Pornografia e violenza, la dottoressa: “Se i bambini fin da piccoli si nutrono di immagini violente o spinte e aggressive a livello sessuale potrebbero esserci disturbi”

30 agosto 2023
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«Siamo tutti colpevoli di fronte a certi fatti quindi assumiamoci la responsabilità di quello che accade. Non chiedo perché non posso violare la privacy di mio figlio? Facciamola finita e riprendiamo il nostro ruolo di educatori perché siti o manga pornografici producono un’idea completamente distorta e perversa della sessualità». A parlare è la psichiatra Donatella Marazziti. Dottoressa, che effetti può avere la pornografia sulla formazione dei ragazzi?

«Il nostro cervello apprende da tutti i sensi ma la vista è quello più veloce e ha un impatto maggiore sul cervello. Se i bambini fin da piccoli si nutrono di immagini violente o spinte e aggressive a livello sessuale potrebbero esserci disturbi dell’apprendimento e soprattutto disturbi del normale sviluppo delle emozioni, una specie di anestesia sensoriale per cui un comportamento è completamente svincolato dagli aspetti emotivi. Un’esposizione prolungata a immagini violente crea una specie di indifferenza nei confronti di scene molto aggressive e cruente ed è probabile che un’esposizione a scene di sesso estremo possa portare a disturbi analoghi, apatia, indifferenza di fronte anche alle sofferenze dell’altro. E un po’ come per i tossici si avrà bisogno di scene sempre più spinte».

Spesso il contenuto di certi video è sessista, con la donna sottomessa alla volontà degli uomini. C’è una correlazione fra pornografia e comportamenti abusanti?

«Sì, perché in questi video si oggettiva il sesso e il partner come se fosse un oggetto e non una persona. Così si arriva poi a comportamenti più aggressivi ed estremi, fino a volte ad uccidere il partner. È ormai evidente che ci sia un’oggettificazione della sessualità nella pornografia che ha raggiunto livelli estremi».

Cosa si può fare? Servirebbe più educazione sessuale?

«Sicuramente ma bisogna anche considerare che l’educazione sessuale svincolata dall’educazione sentimentale non ha senso. Bisogna rieducare alle emozioni umane, all’altruismo, all’indignazione di fronte ai comportamenti aggressivi. È da qui che si deve ripartire nelle scuole. Una volta ho visto un caso drammatico: un ragazzo di 18 col motorino rubato al padre ha ucciso un pensionato e il suo cane, ed era completamente indifferente, per esempio al fatto di essere in carcere, diceva “ma tanto esco” e “mi dispiace più per il cane”».

E come intervenire quando i danni sono già evidenti?

«A quel punto ci vuole una sorta di rieducazione alla vita, bisogna offrire alternative vere e anche un supporto psicologico a loro e alle famiglie».

A proposito di famiglie, qual è il ruolo dei genitori?

«I genitori devono fare i genitori, non si può vedere a cena adolescenti con il telefono in mano e genitori uguali. Diamo delle regole: fare i genitori non è certo comprare ai figli l’ultimo modello di telefonino ma educarli a un uso responsabile dello strumento, e soprattutto vigilare».